Il primo passo per avere un appuntamento con la moglie lo fece dopo due giorni, come ha dichiarato oggi Giuditta Saltarini, ospite di Domenica In. Tra i due vi erano trenta anni di differenza, ma come spiegato da Giuditta, Renato era molto più giovane in tutto e per tutto. Tre volte a settimana giocava a tennis e sciava, era super attivo. “Si tuffava dalla nostra casa da un trampolino molto alto per far vedere a Cesare, nostro figlio, come ci si tuffava”. Stando al racconto della moglie, Renato non ha mai voluto figli perchè diceva che non era mai a casa e non voleva che il figlio crescesse con le tate. Un giorno però le disse che gli avrebbe dovuto dare un figlio. Di lui dice ancora: “Era di una simpatia e di un umorismo e di una bontà e gentilezza…”. Tuttavia in quel periodo ci fu chi continuava ad insinuare che Giuditta fosse al suo fianco solo perchè era una star quando invece, era soprattutto lui ad insistere affinché prendesse parte a determinati lavori. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
Il ricordo a Domenica In
Renato Rascel: il ricordo dell’attore, comico, cantautore e ballerino nella puntata di Domenica In di Mara Venier in onda domenica 1 marzo 2020 su Raiuno. Durante la 25esima puntata del talk show di successo della domenica pomeriggio di Raiuno, la zia Mara ha pensato bene di rendere omaggio ad uno dei geni del teatro italiano: Renato Rascel. Per l’occasione in studio ci saranno la moglie Giuditta Saltarini e il figlio Cesare per condividere con i telespettatori un ricordo davvero speciale dell’attore, comico, cantautore e ballerino italiano. Nato il 217 aprile del 1912 a Torino, Renato Ranucci (questo il suo vero nome) è stato uno dei pilasti del teatro leggero italiano. Una carriera lunga e straordinaria quella di Rascel capace di spaziare, con egual successo, dall’avanspettacolo alla rivista, dalla commedia musicale fino all’intrattenimento sia televisivo che radiofonico. Un’artista a 360° che è cresciuto sin da bambino a stretto contatto con l’arte visto che i genitori si sono fatti apprezzare come cantanti di operetta. Sin da piccolo, infatti, ha cominciato ad esibirsi sul palcoscenico dimostrando da subito delle innate qualità artistiche sia dal punto di vista della recitazione che dal punto di vista musicale. A soli 18 anni debutta come cantante e ballerino nel trio delle sorelle Di Fiorenza e poi dal 1939 Schwartz lo vuole nel ruolo di Sigismondo ne “Al Cavallino bianco”. Nel 1941 fonda una propria compagna teatrale con la moglie Tina portando in scena i testi tra i tanti di Garinei e Giovannini.
Renato Rascel, canzoni e teatro
L’esperienza in teatro porta Renato Rascel ad affermarmi proponendo al grande pubblico qualcosa di innovativo per quei tempi: un personaggio caratteristico, una vera e propria macchietta protagonista di sketch, ma anche di canzone considerate dei veri e propri capolavori del genere Rivista. Nel 1952 raggiunge la grandissima notorietà con “Attanasio cavallo vanesio” seguito da “Alvaro piuttosto corsaro”, due spettacoli da tutto esaurito che gli permettono di conquistare critica e pubblico. Ne seguiranno tanti altri: da “Tobia la candida spia” a “Un paio d’ali” fino ad “Enrico”. Anche il cinema si accorge della grandezza di Rascel: nel 1942 debutta con “Pazzo d’amore” seguito da una serie di titoli che però non vengono particolarmente apprezzati dalla critica ad eccezione de “Il cappotto” diretto da Alberto Lattuada e “Policarpo ufficiale di scrittura” diretto da Mario Soldati. Una menzione particolare merita l’interpretazione di Rascel nel ruolo del cieco Bartimeo nel “Gesù di Nazareth” di Zeffirelli. Oltre al cinema e al teatro, Renato si è fatto apprezzato anche autore di tantissime canzoni di successo come “Arrivederci Roma”, “Romantica”, “Te voglio bene tanto tanto”, “E’ arrivata la bufera”.