La campagna elettorale non riguarda solo le elezioni politiche. Il prossimo 25 settembre, infatti, si terranno anche le regionali in Sicilia dopo le dimissioni di Nello Musumeci. Il governatore uscente ha optato per un passo indietro a causa delle tensioni nel centrodestra, che oggi ha raggiunto la fumata bianca per il candidato: si tratta di Renato Schifani.



Dopo giorni di tensione, Fratelli d’Italia ha dato l’ok al nome di Renato Schifani, che rientrava nei tre proposti da Forza Italia. Il partito di Giorgia Meloni aveva detto no a Stefania Prestigiacomo e ha accolto di buon grado il profilo dell’ex presidente dell’aula di Palazzo Madama: “Ho parlato con Giorgia Meloni che, nell’impossibilità di far convergere tutta la coalizione sul presidente uscente Musumeci, ha accolto la proposta di Silvio Berlusconi di individuare un nome tra la rosa di tre che il leader azzurro le ha proposto”, le parole di Ignazio La Russa.



CENTRODESTRA, UNITÀ SUL NOME DI RENATO SCHIFANI

Come evidenziato da La Russa, Renato Schifani “ha mostrato nel suo ruolo istituzionale essere al di sopra dei partiti, per amore della coalizione”. Ex volto di Democrazia Cristiana, l’avvocato 72enne ha avuto esperienze in Forza Italia e in Area Popolare e può contare sull’appoggio dei diversi attori del centrodestra in vista del voto in Sicilia in programma tra un mese e mezzo. Soddisfatto il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla: “Le imminenti elezioni regionali impongono una rapida sintesi da parte del centrodestra per non disperdere quel patrimonio vincente che ha dato i suoi frutti nel corso delle ultime elezioni amministrative di Palermo. La proposta della candidatura del senatore Renato Schifani, già presidente del Senato, gode di credibilità istituzionale e autorevolezza tali da poter costituire un’importante proposta da parte della coalizione di centrodestra in vista del voto alle regionali”. La scelta di Schifani è stata promossa anche da Maurizio Lupi, leader di Noi con l’Italia: “È una perfetta sintesi dei valori liberali e della migliore tradizione del moderatismo in Italia, oltre che garanzia di equilibrio e di autorevolezza istituzionale”.

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