Renato Zero super star in tv con il suo maxi concerto live “Zero Settanta” in occasione del suo 70esimo compleanno. Una serie di concerti – evento nella splendida cornice del Circo Massimo di Roma dove il cantautore romano ha raccontato una carriera unica e straordinaria. In occasione dei 70 anni, infatti, Renato ha pubblicato un triplo cd che ha raccontato così dalle pagine de Il Corriere della Sera: “sono la mia carta d’identità: ci sono dentro l’ironia, la rabbia, la poesia. Ogni tanto rivedo gli amici del Piper: la prima volta ci andai che ero minorenne, adesso ci contiamo le rughe e facciamo il bilancio delle nostre vite”.



70 anni e non sentirli. E’ il caso di Renato Zero che per l’occasione ha pubblicato tre dischi di inediti: “in questi tre cd, perché ci sono tutte le mie facce: l’ironia, la rabbia, la poesia, anche la canzone di protesta che mi è sempre stata congeniale e mi aiuta a sentirmi utile anche per le persone che soffrono. Per quelli, come vediamo anche in questi giorni, a cui manca tutto. Ho voluto fare questo excursus interiore anche per guardarmi dentro, per vedere effettivamente dove potevo spingermi. L’ho fatto con onestà e coerenza. Poi c’è, non ultima, la passione. Senza quella non credo si possa affrontare il discorso artistico”.



Renato Zero e la musica: “ci vuole lavoro, fatica e disponibilità a tempo pieno”

Lavorare nella musica non è per tutti. Lo sa bene Renato Zero che parlando dell’arte musicale ha detto: “quando ci si accosta alla musica e alla comunicazione artistica bisogna sempre tener conto che non è mai domenica. Ci vuole lavoro, fatica e disponibilità a tempo pieno. Mai la pigrizia o il desiderio di una pausa può essere più forte dell’ispirazione. Quando mi chiedono dove scrivo le mie canzoni la risposta è una sola: dappertutto, anche sugli autobus”. Nonostante una carriera di grandissimi successi e trionfi, Renato non nasconde di avere paura. “La paura è soprattutto quella di non riuscire a dire le tante cose che ancora non ho detto. Ecco, questa è la paura maggiore. Forse dipende anche dal fatto che si restringe un pochino l’orizzonte, visto che sono settanta anni. Dobbiamo sfruttarli, tutti quelli restanti” – detto il cantautore.



Infine parlando proprio del sesso e di omosessualità ha precisato: “abbiamo sempre dato troppa responsabilità al sesso. Lo abbiamo incoronato padrone di noi stessi, del nostro futuro, passato, presente, di una logica di assegnazione anagrafica, che poi spesso viene tradita da una scelta che è spontanea. Anch’essa naturale. Molti dicono che l’omosessualità sia una malattia, o uscire dai binari. Non credo sia né l’una, né l’altra cosa: sono l’uomo o la donna che sentono diversamente certe chiamate e reagiscono diversamente a certi accostamenti. Il sesso è importante e ha una sua dinamica”.