Secondo gli inquirenti italiani, il magnate René Benko, fondatore del gruppo immobiliare Signa, è coinvolto in una maxi inchiesta dei pm trentini in cui figura un totale di 77 indagati, sarebbe al vertice di una organizzazione capace di condizionare le decisioni delle amministrazioni locali. Un presunto intrigo tra affari e politica che ha scosso le cronache del Trentino-Alto Adige e che è tuttora al vaglio dei magistrati. Poche ore fa la decisione che stoppa l’iter avanzato dall’Italia: il no all’estradizione sarebbe dovuto al fatto che, essendo cittadino austriaco, secondo una disposizione costituzionale del suo Paese non può essere trasferito per reati perseguibili anche in patria.
René Benko: i sospetti della Procura di Trento sugli affari del magnate austriaco
Secondo l’ipotesi accusatoria dei pm di Trento, René Benko sarebbe a capo di una associazione a delinquere con l’aggravante del metodo mafioso. Un’organizzazione, riporta Ansa, che avrebbe l’obiettivo di ottenere concessioni e permessi per trarre profitti ingiustificati insinuandosi nelle decisioni nevralgiche della politica locale.
77 le persone indagate nell’ambito dell’inchiesta di cui 7 attualmente agli arresti domiciliari. Misura mai attuata a carico del magnate austriaco su cui, però, pende un mandato d’arresto europeo. Tra gli indagati finiti ai domiciliari, il commercialista Heinz Peter Hager, di Bolzano, e la sindaca di Riva del Garda, Cristina Santi. Per quest’ultima, riporta la Tgr Trento, la misura è già stata revocata.