Ad oggi, che nel Pd vi sia più crisi che nel Governo Lega-M5s non solo sembra evidente ma ormai è un fatto incontrovertibile: Renzi e Boschi contro Zingaretti, Martina contro i due leader, tutto contro tutti e tutti contro tutto con evocazioni di scissioni e possibile uscite nelle prossime settimane. Il partito secondo dietro la Lega al momento nei sondaggi resta sì attorno al 22-24% dei consensi ma offre uno spettacolo ben poco unitario in queste ore di crisi di Governo. Secondo Il Fatto Quotidiano il “piano” di Renzi per condurre la crisi senza tornare alle urne prevede diversi e stratificati punti d’azione: «L’accordo tra Matteo Renzi e il M5S in discussione si regge su tre pilastri: Raffaele Cantone premier, deficit 2020 vicino al 2,9 per cento per evitare che la legge di Bilancio sia troppo sanguinosa, appoggio dei gruppi parlamentari del Pd o, se il segretario Nicola Zingaretti si oppone, di gruppi autonomi composti da renziani e fuoriusciti da Forza Italia», scrive così Stefano Feltri oggi in edicola, mostrando quanto emerso nelle ultime ore dall’intervista di Renzi al Corriere della Sera e la risposta-smentita del Segretario Zingaretti quasi subitanea. Renzi ha “bisogno” di alleati visto che ad oggi ha la maggioranza dei Parlamentari ma è in totale minoranza interna al Pd: se Zingaretti rimane intransigente all’accordo con i 5Stelle per evitare un Salvini premier immediato, l’ex sindaco di Firenze sarebbe pronto a creare pattuglia di parlamentari “autonomi” che assieme a Forza Italia (o quello che ne rimane) porrebbe un’alleanza con i grillini per traghettare Governo verso elezioni nel 2020.



BOSCHI CON RENZI: “NO AL VOTO, SÌ ACCORDO CON M5S”

In questo senso, la strategia di Matteo Renzi vede sempre in prima linea la fidatissima Maria Elena Boschi, accusata in queste stesse ore dalla maggioranza del Pd di voler seguire l’ex Segretario nella strada del non voto per “salvare” la poltrona (il rischio infatti per i renziani con elezioni alle porte è quello di sparire quasi del tutto dalle liste elettorali che stavolta spettano a Zingaretti stilare, ndr). «Non abbiamo cambiato idea sull’incapacità dei grillini che ci ha portato fin qui e continuo a pensare che un accordo per un governo politico M5S/Pd sarebbe un errore. Stiamo dicendo però che serve un accordo istituzionale più ampio che serva ad evitare che il conto della campagna elettorale di Salvini lo paghino gli italiani», ha spiegato oggi la Boschi al Messaggero, non smentendo l’ipotesi di un nuovo partito di centro “renziano” come possibile scissione dal Pd zingarettiano «Il progetto è dare una mano al Paese, che ci sta ancora più a cuore del Pd. Mi auguro che altri, al contrario, non pensino soprattutto a fare le liste con i loro amici anche a costo di far governare Salvini per i prossimi 5 anni». Ad oggi il progetto di “Governo M5s-Renzi” si reggerebbe sulla riduzione dei parlamentari, la riforma costituzionale e la Tav ormai avviata dal Premier Conte: per far questo però, senza Zingaretti, servono i voti e i parlamentari di Berlusconi. Un nuovo “Patto del Nazareno” rivisitato all’orizzonte, ad oggi, è l’ipotesi più “tracciata” dagli analisti e retroscenisti del Parlamento: se poi tutto questo si avvicinerà alla verità lo scopriremo nei prossimi mesi, o forse giorni..

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