Dalle “sardine” alle Elezioni, il passo per il Governo potrebbe essere abbastanza breve: se effettivamente la Lega e il Centrodestra dovessero vincere anche in Emilia Romagna il prossimo 26 gennaio nelle Regionali, lo strappo e le conseguenze potrebbero comportare la caduta del Conte-bis e il ritorno alle urne in Primavera, esattamente quello che Di Maio e Renzi non vogliono affatto. I movimenti di “protesta” anti-Salvini per le vie dell’Emilia (prima Bologna, ieri a Modena) cercano di frenare questa doppia possibilità anche se al momento restano parecchio distanti da quei soggetti politici che pure dovrebbero contare sulla medesima parte politica, ovvero Pd e M5s. Dopo la kermesse di Bologna del Pd, Zingaretti ha provato anche nelle ultime ore a lanciare un appello al Governo per ritrovare il bandolo della matassa dopo le ultime forti divisioni sul caso Ilva e sulla Manovra (dove ieri gli emendamenti presentati in Commissione Bilancio vedono paradossalmente numeri maggiori nella maggioranza che non nell’opposizione). «La manovra finanziaria ha un’anima. Il governo ancora no. E se non la trova rischia. Tra tweet, post e rivendicazioni può finire come nel film Wargames, giochi di guerra. Alla fine non ci sono vincitori. In questo caso ce ne sarebbe uno ma non dentro la maggioranza: Salvini», spiega il Segretario Pd a Repubblica confermando di credere nella tenuta del Conte-bis, ma «serve una svolta. Abbiamo chiesto al premier di preparare un’agenda comune che metta al centro l’urgenza di riaccendere l’economia e la giustizia sociale». Da qui l’appello a tornare sul tema dello Ius Soli e contro i Decreti Sicurezza di Salvini: una svolta a sinistra con tanto di appello urgente a Italia Viva e M5s, gli alleati di Governo.



GLI ALLARMI DI PD E ITALIA VIVA SULLA TENUTA DEL GOVERNO

«Serve più rispetto. Di Maio mi ha risposto col sarcasmo. Potrei fare lo stesso. È più importante l’acqua alta? Certo, allora vorrei dirgli che a Venezia piove ancora e lui oggi parla delle preferenze nella legge elettorale», attacca Zingaretti contro il leader M5s, confermando come la svolta tanto attesa al momento manca eccome nel Governo giallorosso. Poi c’è Renzi che con la sua “ItaliaShock” sta provando a presentare diversi piani per cambiare la Manovra senza aggiungere nuove tasse: ma in un certo modo, per una volta, i suoi appelli vanno nella medesima direzione di quelli del Pd zingarettiano «Andare a votare oggi significa regalare a Matteo Salvini il Paese, il Quirinale, i pieni poteri». Davanti alla possibilità avanzata da alcuni colonnelli del Pd, Renzi “sta” con Zingaretti e lo ribadisce nell’intervista al Corriere della Sera: «Se sblocchiamo i cantieri l’Italia riparte. Con noi il Pil cresceva, adesso è a zero. Non possiamo aspettare che sia troppo tardi. Pensiamo a far crescere i posti di lavoro piuttosto che a far crescere i sondaggi. […] Faremo di tutto per eleggere un presidente della Repubblica non sovranista. Questa è la nostra sfida. E Italia Viva la vincerà». Poi però i distinguo e le liti sono sempre dietro l’angolo e allora Renzi rilancia «Ho fatto quattro manovre: tre leggi di bilancio e il decreto legge sugli 80 euro. E dunque conosco i numeri, sfido chiunque a dire che manchino i soldi mentre invece è il momento di rilanciare le infrastrutture, sbloccando i cantieri essendo oggi questa l’emergenza nazionale». Controreplica di Zingaretti lapidaria: «Troppe liti, non si può governare insieme da avversari: se qualcuno si illude adesso di fare la corsa da solo, e in modo strumentale, gli italiani lo puniranno».

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