Da un lato Conte non farà la crisi di Governo, dall’altro il Pd potrebbe aprirsi sul Ddl Zan alle modifiche richieste: è un Matteo Renzi “ecumenico” quello che si racconta oggi al “Messaggero” e che poi conferma i concetti nell’intervista a “Sky Tg24” in mattinata. «M5s sono divisi su tutto, era previsto. Tanto alla fine la discussione sarà solo sul terzo mandato e sul residuo potere rimasto. Non è una bomba, ma un petardo: fanno rumore ma non fanno danno», è il commento dell’ex Premier all’accordo alla fine raggiunto in CdM anche con i Ministri grillini sulla riforma Cartabia e la prescrizione.



L’accusa di Conte lanciata al Governo di «non cantare vittoria», secondo Renzi, non avrà un vero e proprio fine (e già è notizia del pomeriggio dell’accordo trovato internamente tra Conte e Grillo sullo Statuto, un ulteriore passo che dovrebbe rinsaldare l’esecutivo): «non gli conviene la crisi e non la farà», profetizza il leader di Italia Viva, «romperebbe con il Pd che invece sta sposando l’agendea Draghi. Romperebbe con l’opinione pubblica. E si troverebbe a fare il capo di una roba di sinistra: la sua pochette non si intona con i toni barricaderi di Fratoianni o Di Battista».



RENZI: “NO ASSE CON LA LEGA MA…”

Con un M5s meno “dannoso”, il vero guanto di sfida Renzi lo lancia al Pd: «sul Ddl Zan l’atteggiamento di Letta è inspiegabile e controproducente», attacca ancora dalle colonne del Messaggero, «preferisce piantare bandierine identitarie per crescere nei sondaggi, fa male innanzitutto ai quei ragazzi gay che da anni aspettano questa legge. La legge la stanno affossando gli integralisti, non quelli che propongono compromessi». Renzi esclude qualsiasi “asse” con Salvini ma riconosce comunque che sui referendum e sul Ddl Zan si stanno muovendo bene: «Ostellari ha fatto una proposta di compromesso che è una buona base di partenza […] Se non decollerà la mediazione ci saranno mesi di ostruzionismo, la legge andrà sotto a scrutinio segreto e chi ha voluto il muro contro muro sarà responsabile dell’affossamento della legge». Al di là della posizione di Letta, Renzi via un passo ulteriore e spiega «vedo nel Pd crescere le voci di buon senso, sono fiducioso». Capitolo finale, il tema giustizia e referendum: per Renzi serve una vera svolto sul mondo giudiziario, «abbiamo archiviato Bonafede grazie a Draghi ma la partita è ancora lunga», e per questo sul referendum ci sta pensando se firmare o meno, «sono quesiti che possono aiutare, vediamo come proseguirà il dibattito».

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