Matteo Renzi ospite di Francesca Fagnani a Belve. Su Rai Due l’intervista al leader di Italia Viva inizia così: “Che tipo di belva sono? Sono un uomo. Da scout il mio soprannome era grillo, avrei preferito giaguaro. Ho un rapporto un po’ perverso con Grillo inteso come animale e come leader…anche se non so se è ancora leader dei 5 Stelle. Se c’è qualcuno più belva di me in politica? Ce ne sono moltissimi, secondo me lei ha fatto l’elenco le hanno detto tutti di no e ha scelto di me, dopodiché il fatto che per il mondo della comunicazione ci sia stato Marco Travaglio…ormai siamo una coppia in tribunale, ha 11 cause per diffamazione. Se un tempo ci sentivamo anche al telefono? Abbiamo rotto per una telefonata, io ero presidente del Consiglio, lui scrisse una cosa di me che mi fece molto arrabbiare, misero in dubbio la mia moralità su dei rimborsi ai tempi del Comune. Gli dissi che potevano scrivere tutto, che ero un incapace, ma tutti sanno che non sono un disonesto, ci siamo lasciati così“.



RENZI:”SE STO ANTIPATICO E’ ANCHE COLPA MIA”

Francesca Fagnani chiede a Renzi dei suoi soprannomi: “Quello che più mi diverte è “il Bomba” perché dicono che da piccolo tutti mi chiamavano così: mai successo. C’è un altro amico che veniva chiamato “il Bomba” e quindi mi hanno attribuito un soprannome che non era il mio. Se gli altri vanno bene tutti? Io su questo sono un po’ arrogante, ho la convinzione, diciamo la consapevolezza, che qualsiasi cosa venga detta su di me che non è vera, non mi tange. Perciò se dicono che sono il Bomba e non è vero, io ci sorrido. Se in questo momento sto più simpatico o antipatico? Sicuramente antipatico, direi 80-20%, 90-10%, di certo una parte di colpa è anche mia: se dopo tanti anni di incarichi importanti non sono più amato come prima c’è anche una mia responsabilità, un’altra parte però è dovuta ad un’opera di diffamazione nei miei confronti senza precedenti. Io ho fatto un elenco di questioni false nei miei confronti che è imbarazzante. Un mio pregio? Le cose che dico in faccia le dico anche in pubblico. Difetto? Arroganza, è il marchio di fabbrica, da un lato ti dà la scorza dura per sopportare tutto, dall’altro ti frega“.



RENZI: “DELRIO MI HA FERITO UMANAMENTE, LETTA? FECE UNA BRUTTA FIGURA”

Renzi analizza poi il suo stile e il suo passato in politica: “A quelli che mi dicono che se avessi avuto un altro carattere adesso sarei ancora a Palazzo Chigi dico che con un altro carattere a Palazzo Chigi non ci sarei arrivato neanche in gita scolastica. Io nella mia vita ho avuto una serie di passaggi incredibilmente fortunati, da parte mia ho sempre avuto una grande capacità di rischiare ma ho avuto anche un buon Fattore C. Quando sono stato potente? Quand’ero al governo. Quando mi sono sentito potente per l’ultima volta? Nel 2015, quando abbiamo cambiato la flessibilità in Europa. Chi mi ha deluso? In quest’ultima crisi, le faccio un nome che mi costa fatica: eravamo soli nel mondo della politica, mi ha molto colpito come Graziano Delrio ha fatto un appello ai nostri dicendo ‘lasciate Matteo e venite con noi’, quella è stata una cosa che non mi aspettavo, gliel’ho detto in faccia. Umanamente la ferita che aveva posto era una cicatrice molto grande, perché me l’aspettavo da tanti, non che Graziano diventasse un membro del Politburo in quel modo“. Si parla poi del famoso passaggio di consegne tra Letta e lo stesso Renzi a Palazzo Chigi: l’attuale segretario del Pd si girò da un’altra parte proprio per non guardare Renzi. La Fagnani provoca l’ospite: “Lei, invece, tutto tronfio si è preso la campanella. In quel momento cosa ha pensato? Tiè?“. “No“, replica Renzi “anche perché non avevo nessun tipo di rivalsa verso Letta. Ho pensato che stesse facendo una figuraccia, ho pensato che di fronte alle Istituzioni non si scherza. Lì, in quel momento, Enrico sta facendo una cosa che non si fa. Sta puntando a dire: guardate, sono la vittima, anziché rispettare le Istituzioni. Credo che abbia fatto un errore lui“.



RENZI: “DOPO IL REFERENDUM DOVEVO ANDARMENE”

Altro momento chiave dell’esperienza politica di Renzi la sconfitta al referendum del 2016: “Tutti dicono che ho sbagliato personalizzare, ma l’errore più grande è stato un altro: tentare di allargare l’affluenza. Avevamo il 70-30 per il Sì, ma con il 30% di affluenza. Io con la mia hybris volevo un’affluenza maggiore che non serviva per il referendum costituzionale, così è andata a votare tanta gente che sui referendum non era minimamente informata. Lasciare la politica in caso di sconfitta? Ho fatto un errore, io dovevo andarmene. Ma si immagina che vita meravigliosa avrei avuto? Restando qualche risultato lo abbiamo prodotto, ma a livello personale non ho fatto male, ho fatto malissimo, avevo la valigia pronta per gli Stati Uniti“. Si parla infine dell’incontro all’Autogrill con Marco Mancini: “Mancini è un agente dei servizi segreti italiani, incontra regolarmente tanti politici. Io non ho niente da nascondere, per cui andando di corsa gli ho detto: “Ci vediamo all’autogrill”. Se devo fare un incontro di nascosto, lo faccio in ufficio: questo spieghiamolo ai teorici del complotto. Ho detto a Mancini le stesse cose che potrei dire a lei o che posso dire uscendo di qui, sono una persona trasparente. Non ho parlato minimamente di questioni personali né mie né sue. Io non parlo di questioni personali con nessuno, nemmeno con lei“.