Secondo Matteo Renzi – protagonista indiscusso della crisi di Governo che dal possibile Conte-ter ha portato fino all’avvento di Mario Draghi – ora l’Italia può tirare un sospiro di sollievo: G-20, Recovery Plan, piano vaccini, riforme e ruolo in prima fila nel Consiglio Ue, tutto questo viene garantito con l’arrivo di Draghi a Palazzo Chigi. E, inevitabilmente, con l’uscita di scena di Giuseppe Conte: «Sono rilassato e felice. Si è chiusa per me la partita più difficile della mia esperienza politica. Anche umanamente», spiega Renzi al Quotidiano Nazionale del direttore Michele Brambilla.
Il “senatore semplice” è riuscito nell’intento di far deflagrare la maggioranza del Conte-2 anche a costo di un “sacrificio di consensi” come lo definisce lo stesso Renzi: «Stavolta, quando abbiamo aperto la crisi, nessuno ne capiva il motivo. Si dava per scontato che la pandemia dovesse chiudere ogni spazio di dibattito politico. E io non riuscivo a spiegare il senso di quello che stavamo facendo». Insomma niente ministri in più (per il momento, ndr) ma l’occasione di far tornare l’Italia a “contare” con una figura di primissimo piano dei consessi internazionali.
LA CRISI DI GOVERNO SPIEGATA (DA RENZI)
La crisi di Governo spiegata oggi, quasi un mese dopo la sua apertura, suona così dalla bocca di Matteo Renzi: «All’Italia arrivano 209 miliardi, tanti soldi quanti mai ne abbiamo avuti: e secondo me Conte non era la persona giusta per spenderli. Draghi sì. […] Oggi chiunque capisce che Italia Viva, nella coalizione di governo, conta molto meno di prima. È ovvio che in una maggioranza più ampia abbiamo meno potere interdittivo. Ma io sono molto più felice adesso. Ho fatto un sacrificio personale per il bene del Paese». Non solo, Italia Viva ha partecipato alla trattativa per il Conte-ter facendola però saltare fino all’ultimo: «Avevo il dovere di verificare fino a che punto fossero davvero in grado di svoltare. Se avessero dato garanzie di discontinuità su economia, infrastrutture, lavoro, giustizia, scuola, affari europei, Recovery, ecco, ci sarebbe stato un Conte ter. lo avrei fatto una figuraccia, me almeno qualcosa sarebbe cambiato».
Al di là della “rivendicazione” sulle azioni svolte negli ultimi due mesi – «quanto poco sia lungimirante il politico che agisce per ottenere un consenso immediato» – Renzi non vede particolari problemi in una maggioranza allargata (dalla Lega a LeU, da M5s a Pd e Berlusconi) anche perché per il leader di Italia Viva la vera “partita” ora viene in Europa: «il Governo Draghi è una straordinaria occasione, e non solo perché sapremo come spendere i soldi del Recovery. Draghi potrà fare dell’Italia una guida europea». Lo schema è semplice per Renzi: «la Merkel scade in settembre di quest’anno e Macron nell’aprile dell’anno prossimo, anche se mi auguro che verrà rieletto. La nostra legislatura scade nel marzo del 2023. Ecco, in questo periodo la figura più forte in Europa sarà il presidente del Consiglio italiano».