Confronto fra Matteo Renzi e l’ex pubblico ministero Luca Palamaera, ieri sera in diretta tv negli studi di Quarta Repubblica su Rete Quattro. Si parla ovviamente di giustizia, in vista del referendum che si terrà domenica prossima, e a riguardo il leader di Italia Viva è certo: “Anche i magistrati devono pagare se sbagliano, la giustizia va cambiata”. Secondo Renzi il “sistema” della magistratura corrotta è ampio e radicato: “Lo sanno tutti – afferma l’ex presidente del consiglio – che quello che Palamara faceva allora, lo facevano tutti. Far passare Palamara come un capro espiatorio è una barzelletta che non fa ridere…è un’ipocrisia. La mia battaglia sulla giustizia giusta è per quelli che stanno a casa perché riguarda tutti. Quelle cene con Palamara le facevano tutti”, aggiungendo di essere convinto che il Csm, il Consiglio superiore della magistratura, continua a fare ciò che ha sempre fatto con le stesse “regole correntizie” che ne condizionano l’operato. “C’è un pezzo di magistratura che continua a fare politica ma ci sono tanti bravi magistrati che fanno un buon lavoro e vanno aiutati”. E ancora: “Io continuo a sognare un sistema – ha continuato l’ex sindaco di Firenze – in cui le regole cambino e diventino come per i sindaci. Prima o poi mi daranno ragione, ma lo diranno tra dieci vent’anni”.



MATTEO RENZI: “LA GIUSTIZIA VA CAMBIATA”

Quindi volgendo ancora lo sguardo al referendum del 12 giugno il fondatore di Italia Viva spiega: “I magistrati non sono cittadini di serie A, e se sbagliano devono pagare come tutti gli altri. La giustizia va cambiata perché un cittadino che va in tribunale non deve chiedersi a quale corrente appartiene un giudice”.



Quindi Renzi rivolge una domanda provocatoria a Nicola Porro: “Lei si fiderebbe di farsi giudicare da una persona che entra nella scena del crimine senza titolarità?”, per poi subito dopo aggiungere: “C’è un procuratore che molesta una collega e la sanzione massima che ha avuto è stata la perdita di 2 mesi di anzianità sulla pensione. Ma è possibile? Questo meccanismo di dialogo tra politica e magistratura c’è sempre stato, quello che non è accettabile è che qualcuno faccia il moralista!”.

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