Matteo Renzi è pronto ad una «lunga battaglia in sede civile e penale» per quanto accaduto nelle ultime ore in merito all’inchiesta sulla Fondazione Open. Il riferimento è alla pubblicazione degli atti dell’indagine, in particolare il conto corrente con i compensi dell’ex premier. Nel mirino il Fatto Quotidiano, accusato di aver violato la legge. Ma il giornale dal canto suo si difende spiegando che gli atti sono stati «regolarmente depositati alle parti e dunque non più coperti da segreto» e contrattacca: «Matteo Renzi lavora di fantasia e di diffamazione». Intanto il leader di Italia Viva ha dato mandato ai suoi legali di agire in tutte le sedi istituzionali per verificare la correttezza delle acquisizioni e pubblicazioni di queste ore, dopo la pubblicazione del suo estratto conto bancario uscito da atti istruttori della Procura.



«Il senatore Renzi prende atto della violazione reiterata di precetti costituzionali e di norme di legge nel silenzio di larga parte della pubblica opinione. E conferma il proprio impegno per ottenere giustizia sia in sede civile sia penale», si legge in una nota. Ma Matteo Renzi ha pubblicato poi un lungo post in cui è andato all’attacco.



RENZI ALL’ATTACCO PER “IL RISARCIMENTO CHE MERITO”

«Hanno messo online il mio conto corrente, violando Costituzione e Leggi. Hanno scelto come testimone dell’accusa penale un avversario politico. Hanno captato comunicazioni e intercettazioni con un metodo che è stato contestato persino dalla Cassazione». Così Matteo Renzi sui suoi canali social. Parla di centinaia di migliaia di euro e decine di finanzieri usati «per una caccia all‘uomo teorizzata dalla corrente dei giudici di Magistratura Democratica come la stretta di un “cordone sanitario attorno al senatore Renzi”». Il leader di Italia Viva alza le barricate e se la prende con tutti. «Quello che sta accadendo dovrebbe indignare l’opinione pubblica, i media, gli avversari politici». Invece al suo fianco ci sono solo gli amici, che gli «danno la carica per rilanciare».



Ora comunque è pronto alla battaglia «per ottenere il risarcimento che merito». Intende condurla con «tenacia e metodo, passo dopo passo, senza rabbia», perché ritiene di non avere nulla da temere. «Anzi la pubblicazione incivile di questi documenti non fa che confermare la mia trasparenza e correttezza». Matteo Renzi lancia un segnale ai colleghi. «In sede politica spero che qualcuno rifletta sul fatto che ciò che sta accadendo a me è una reiterata violazione di legge che fa male alle Istituzioni».