Lo si attendeva e l’intervista dalla Annunziata non ha “deluso”: Matteo Renzi si lancia tanto contro il Premier Conte quanto contro il Pd dopo le forti critiche giunte nelle scorse ore contro le “invettive” del leader di Italia Viva. «Per avere un termine di paragone, Orlando deve conoscere almeno uno dei due posti: visto che alla Leopolda non si è mai visto, spero che almeno abbia frequentato qualche volta il Papeete…», attacca Renzi, sottolineando che gli ultimatum è vero che non servono «io ho detto solo che l’Iva non andava. Lui mette sullo stesso piano il Papeete e la Leopolda, ma cosa tradisce questa riflessione? Alla Leopolda non ci sono i mojito o le cubiste, così come non ci sono le penali che il Pd sta mettendo». Renzi però non ci sta a passare per il “nemico” interno del Governo e per questo rilancia: «per me è Salvini l’avversario, ma l’errore che non capisco è che io combatto contro Salvini e Orlando contro di me. Ancora una volta il Pd fa la guerra al Matteo sbagliato». Diverso il tono invece utilizzato con il Premier Conte sul caso Russiagate e sulla visita segreta del Ministro della Giustizia Usa William Barr: «se si vuole fare chiarezza, come Conte ha detto, è giusto che il presidente del Consiglio vada al Copasir e spieghi tutto. La domanda è perché il ministro della Giustizia americano è venuto segretamente a incontrare il capo del Dis (dipartimento informazioni per la sicurezza, ndr)». Tornando alla Manovra, per il leader di Italia Viva il taglio al cuneo fiscale è ancora troppo poco ma è comunque una buona strada: «Il Pd ha proposto il taglio del cuneo per 2,7 miliardi. Se il Pd vuole fare prima il cuneo e poi il resto, siamo d’accordo. Io ritengo sia poca roba, piccola, ma in nome del quieto vivere, purché non alzino l’Iva, io ci sto. Se il cuneo fiscale è così importante per il Pd che sembra la prima guerra mondiale e se M5s e Conte sono d’accordo, mettiamo in secondo piano le nostre idee e il Family act lo avviamo poi lo facciamo nel 2021, nel 2022».



RENZI “NON FACCIO CADERE IL GOVERNO”

Dopo lo scambio tutt’altro che “sereno” tra Giuseppe Conte e Matteo Renzi nelle scorse ore, oggi il leader di Italia Viva interverrà nella intervista domenicale di Lucia Annunziata per “In mezz’ora” e con ogni probabilità tornerà di nuovo sui temi scottanti della Manovra, dell’aumento da evitare per l’Iva e dalle politiche di appiattimento delle tasse e non di aumenti, come criticato dall’ex Premier nei confronti del suo stesso Governo. In una lunga intervista a “La Stampa” Renzi anticipa i temi del pomeriggio e spiega come non abbia alcuna intenzione di far cadere il Governo Conte, nonostante gli screzi: «Noi non siamo contro il Governo, ma siamo contro l’aumento delle tasse – spiega Matteo Renzi – Questo Governo del resto nasce proprio per non aumentare l’Iva, no?. Noi parliamo di tasse, di asili nido, di edilizia scolastica, di posti di lavoro. Discutere di queste cose non significa litigare: significa fare politica». Sulla carta, l’ex Segretario dem spera che questo Governo possa durare molto, «può dare tranquillità ai mercati, riportare lo spread sotto i 100 punti base, accompagnare la nuova fase europea. Il Governo lavori, non apra polemiche. Il mio suggerimento al premier è quello di lavorare sui dossier: ieri sarebbe stato più opportuno parlare di Alitalia, Trieste o servizi segreti. Non di me».



IRA PD E DI MAIO CONTRO RENZI “BASTA ULTIMATUM”

Non è però bastata la promessa di non far mancare i voti in Aula al Premier Conte, da Pd, LeU e M5s sono giunte parecchie critiche agli “ultimatum” lanciati da Italia Viva in questa ultima settimana: il vicesegretario dem Andrea Orlando attacca a muso duro «Non è che se un ultimatum lo lanci dal Papeete è peggio che se lo lanci dalla Leopolda: non vanno lanciati, sennò si sfascia tutto. Chi mette in discussione la tenuta di questo governo, mette in discussione la tenuta della democrazia liberale del Paese». Dopo aver di fatto paragonato Renzi a Salvini nella maniera di contrastare il Governo, Orlando conclude «Non si fanno ultimatum, non si fanno interviste a distanza, non si dice ‘devi fare questo, altrimenti…’. Altrimenti cosa?». È poi il turno anche di Luigi Di Maio che con Renzi non è mai stato certamente “tenero”: «Sui giornali leggo troppi annunci. Prima facciamo le cose poi diciamole. Stiamo lavorando alla legge di bilancio? Scriviamola, diamo ai cittadini i soldi che meritano e poi facciamo tutte le interviste che volete. Questo non può essere il governo in cui ogni mattina leggiamo interviste che annunciano qualcosa». Parla a Renzi ma anche al Ministro Speranza che parla di abolizione del superticket in Sanità, sostenuto dallo stesso Zingaretti.