Nel giorno in cui Matteo Renzi in un’intervista ad “Avvenire” chiede che le fabbriche riaprano in Italia prima di Pasqua non sembra arrivare nessuna apertura da parte di Giuseppe Conte, ad ulteriore conferma delle divergenze di vedute tra l’ex premier e l’attuale inquilino di Palazzo Chigi. Intervenuto in conferenza stampa per illustrare i dettagli del nuovo Dpcm, sul capitolo riaperture, Conte ha dichiarato: “Quanto alla sospensione delle attività produttive non essenziali non sappiamo ancora, è ancora troppo presto. Dall’inizio della settimana inizieremo a lavorarci. Il governo ha adottato questa misura col massimo senso della responsabilità”. Più netta la posizione del Presidente del Consiglio sull’eventuale riapertura delle scuole: “La sospensione delle attività didattiche proseguirà. Non c’è una prospettiva di ritornare a scuola dopo il 3 aprile, questo lo possiamo già anticipare”. (agg. di Dario D’Angelo)



RENZI: “RIAPRIRE FABBRICHE PRIMA DI PASQUA”

Emergenza coronavirus, Matteo Renzi lancia la proposta: riapriare fabbriche e scuole, ma il mondo scientifico e gran parte di quello politico è tutt’altro che d’accordo. «Questo virus ci farà ancora male. Non per settimane, per mesi e mesi. Il vaccino non c`è e se andrà bene torneremo ad abbracciarci tra un anno, se andrà male tra due…», le parole del leader di Italia Viva ai microfoni di Avvenire: «Perché non possiamo aspettare che tutto passi. Perché se restiamo chiusi la gente morirà di fame. Perché la strada sarà una sola: convivere uno o due anni con il virus». Poi, la sua idea per fare ripartire il Paese: «Serve un piano per la riapertura. Le fabbriche devono riaprire prima di Pasqua. Poi il resto. I negozi, le scuole, le librerie, le messe. Sì, non ci scambieremo il segno della pace ma torneremo a messa. O almeno a fare l’adorazione insieme».



“RIAPRIRE L’ITALIA”: RENZI NELLA BUFERA

Come riporta Repubblica, non è tardata ad arrivare la replica di Pierluigi Lopalco, dell’Università di Pisa e presidente del pato trasversale per la scienza: «Dobbiamo essere cauti, come facciamo a riaprire le scuole se non abbiamo dati né certezze? Non diamo false illusioni e speranze». Netto anche Gianni Rezza, direttore del dipartimento Malattie Infettive dell’Istituto superiore di sanità: «Non possiamo tenere l’Italia chiusa per sempre, ma occorre vedere prima gli effetti delle misure importanti messe in campo dal governo. Poi si possono studiare provvedimenti magari ‘stop and go’ o misure complementari». Infine, Carlo Calenda in tackle su Twitter: «Caro Matteo Renzi, la tua dichiarazione è poco seria. Potremo riaprire quando la curva inizierà a flettere seriamente. Altrimenti il lockdown sarà stato inutile e dovremo riapplicarlo al primo riaccendersi di un focolaio».

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