BOTTE DA ORBI RENZI-CONTE SUL RUSSIAGATE

Da 24 ore non si placa lo scontro a distanza tra Giuseppe Conte e Matteo Renzi, in teoria compagni di Governo nella complessa maggioranza di “unità nazionale” con a capo il Premier Mario Draghi: dopo gli ultimi scoop rivelati ieri da “La Repubblica” sulla versione fornita dal leader M5s sul cosiddetto “Russiagate” (la visita del Ministro Usa Barr nel 2019 al n.1 del Dis Gennaro Vecchione), Conte ha replicato con un lungo comunicato sui social difendendosi punto su punto.



In particolare è l’affondo finale contro Renzi ad aver accesso il nuovo scontro politico sull’asse Puglia-Toscana: «Bonini nel suo pezzo afferma che mi sarei prestato ad attività ostili nei confronti di Renzi […] È passato ormai più di un anno da quegli eventi. Siamo fuori dalla cronaca più immediata. Ci sono le condizioni per valutazioni più serene e oggettive. Mi chiedo: è possibile che il senatore Renzi non abbia mai sentito il dovere, in tutto questo tempo, di andare a riferire al Copasir su questi suoi sospetti? Perché non va, come sempre ho fatto io, a riferire quel che sa? Cosa teme, di dover poi rispondere alle domande dei componenti del Copasir e di essere obbligato, per legge, a riferire tutta la verità?». Con un video pubblicato nella serata di martedì, è direttamente Matteo Renzi a replicare alle accuse di Conte sfidandolo ad un “confronto all’americana in tv” su Russiagate e caos Covid: «E comunque, guarda Giuseppe che io non ho sospetti su di te ma certezze: tu sulla vicenda Trumpgate non si ti sei comportato bene, soprattuto nei confronti di un premier precedente». Secondo Renzi, ciò che colpisce dell’intera vicenda Russia-Trump è la posizione tenuta finora da Conte, non solo l’aver “omesso” (anche se l’ex Premier ha detto ieri di non esser stato a conoscenza della cena di ferragosto tra il Ministro Usa e il capo dei servizi segreti italiani) gli incontri informali Barr-Vecchione: «Colpisce che la versione di Conte non collimi con lo scoop che ieri ha fatto Repubblica: o Conte ha mentito al Copasir o Vecchione ha mentito a Conte. Oppure tutti e due mentono agli italiani. E poi c’è da chiarire la vicenda del presunto spionaggio russo, su cui siamo gli unici a chiedere la commissione di inchiesta sul Covid. Ma i grillini non vogliono che sia fatta luce, né su questo né sulle mascherine, chissà perché».



MATTEO RENZI: “CONTE INCOMPETENTE O INCAPACE. O FILO PUTIN…“

L’attacco ai 5Stelle da parte del leader di Italia Viva è detonante: «da mesi chiediamo una commissione d’inchiesta su questo e il M5S che un tempo raccontava il valore della trasparenza ora continua a negare agli italiani il diritto di sapere cose è successo in quei mesi. Il problema non è se io vado il Copasir, io vado ovunque, ma di avere certezze», ribadisce Matteo Renzi nel video-accusa sui social.

Oggi nella lunga intervista a “La Stampa” è ancora l’ex Segretario Pd a passare all’attacco contro i rivali grillini: «Il mio giudizio su Conte è negativo su tutta la linea, meno male che c’è Draghi in questa fase. Il Governo durerà fino al 2023, l’anno prossimo ci sarà un altro mondo politico, perché i 5 Stelle così come sono non arriveranno integri alle elezioni». Tornando nuovamente sul caso Russiagate, Renzi ribadisce che allo stato attuale «Conte è incompetente e incapace di conoscere le regole del gioco»: non solo però, in merito all’accusa lanciata da Conte sul rivolgere i suoi “sospetti” al Copasri, il senatore fiorentino ribatte «Sono sempre pronto a rispondere alle domande del Copasir, ma sulla visita di Barr deve rispondere Conte e non io. Perché le risposte deve darle chi aveva la delega ai servizi, non chi come me è la parte lesa da uno stile istituzionale quanto meno discutibile». Nelle ore dei fatti di quel agosto 2019, sottolinea ancora Matteo Renzi, Conte «era impegnato a salvare la poltrona» e perciò poteva anche starci l’offerta ad un Governo estero, quello di Trump, di avere piena disponibilità dai propri servizi segreti. Sulla vicenda dovrà far luce ancora una volta il Copasir, nel frattempo è però ancora Renzi a contestare la linea in politica esterna di Giuseppe Conte, «sulla politica estera non puoi proprio giudicarlo: ha fatto tutto e il contrario di tutto. È stato sovranista e progressista, populista e democratico, filo Trump e filo Putin. Puoi giudicare uno dalle sue idee, ma se quello cambia le idee ogni mese che gli dici?».