Matteo Renzi potrebbe votare la riforma del premierato approvata dal Consiglio dei ministri. «Noi vogliamo l’elezione diretta del premier», chiarisce il leader di Italia Viva al Corriere della Sera. L’ex premier condivide l’idea di consentire ai cittadini di scegliere chi deve governare, quindi lo reputa «un passo avanti per l’Italia». Peraltro, rivendica il fatto di aver inserito la proposta nel programma delle Politiche. «Non cambiamo idea ogni anno. Ha cambiato idea chi dice no a sinistra». Ma anche l’idea ha cambiato idea, visto che parlava di presidenzialismo. Comunque, anche se la proposta è un passo avanti, ci sono «molti nodi sono da chiarire». Il riferimento è al tetto ai mandati, al ballottaggio, al superamento del bicameralismo. «Naturalmente non capisco perché il premier non possa scegliere e revocare i ministri. Discuteremo e presenteremo in Aula i nostri emendamenti».



Per quanto riguarda il voto, Renzi precisa che vuole esaminare il testo che verrà fuori. D’altra parte, non medita vendetta. Il riferimento è a quanto accaduto col referendum costituzionale per il quale ha «perso Palazzo Chigi». A tal proposito, l’ex premier chiarisce: «Non farò a Giorgia ciò che Giorgia ha fatto a me, perché io non sono come loro. Noi siamo seri. Siamo pronti a votare la riforma costituzionale restando all’opposizione».



“ELEZIONE DIRETTA PREMIER? NESSUNA DERIVA AUTORITARIA”

Il voto all’elezione diretta del premier però non è scontato per Matteo Renzi. «Dipenderà da quali emendamenti saranno accolti. Non diciamo sì a prescindere come fa la destra, non diciamo no a prescindere come fa il campo largo. Miglioriamo il testo e poi decidiamo». La riforma, comunque, non stravolge la Costituzione per il leader di Italia Viva. «La cantilena di chi grida alla deriva autoritaria è fuori dalla realtà». Quel che bisogna fare è liberare il testo dalle «incongruenze ma ci sono quattro letture in Aula per migliorarla». La riforma, comunque, non depotenzia il presidente della Repubblica. Se è davvero un arbitro con dei ruoli di garanzia, «allora va benissimo far coesistere un capo dello Stato arbitro e un premier giocatore». Renzi, dunque, ritiene che vada «benissimo un presidente della Repubblica eletto dal Parlamento con un premier eletto dai cittadini. Se volete cambiare schema, allora eleggiamo il presidente della Repubblica. Non credo convenga».



Riguardo le eventuali dimissioni di Mattarella, l’ex premier al Corriere della Sera assicura che terminerà il mandato nel 2029 come previsto dalla Costituzione. Renzi smentisce poi un suo spostamento a destra. «Tutt’altro. I miei rapporti con Meloni non sono mai stati così negativi. Sono il primo a criticarla sulla incapacità della squadra, non solo per lo scherzo telefonico. Ho detto che questa legge di Bilancio non va». Ma non se la sente di dire no all’elezione diretta del premier. «Su queste battaglie ho lottato in Parlamento, ho messo la faccia in campagna elettorale, ho scritto libri e fatto discorsi. E secondo lei io divento un trapezista del populismo che cambia posizione solo per fare un dispetto agli avversari?».