«Cosa c’è meglio di un’amaca la domenica mattina? Nulla. Buona giornata a tutti», è bastata questa semplice frase con tanto di foto sdraiato su di una amaca per far scatenare mezzo Instagram contro Matteo Renzi. Alcuni lo appoggiano e augurano buona giornata, molti altri lo attaccano e gli imputano mezzo fallimento della politica italiana nello sfogare la rabbia contro il “riposo” del senatore semplice. «Sei come Salvini», gli scrivono alcuni; «fai a pezzi il Pd e ora ti sdrai», sussurrano altri fino a che un utente gli replica «Mah..forse sarebbe meglio parlare dei milioni di euro che dovevano andare alla UNCHR..ed invece avete fatto sparire…». A quel punto Renzi reagisce e risponde a tono, «cosa ho fatto sparire io? Lo scrive qui o me lo dice in tribunale?» non trovando come prevedibile alcuna risposta dopo la provocazione. L’operazione “simpatia” sui social da chi per primo aveva cominciato ad usarli come “arma politica” continua a giorni alterni, tra attacchi al Governo e messaggi sulla cronaca attuale non per forza politica (vedi Rapinoe e Sinisa Mihajlovic solo per citare le ultime campagne social di Renzi).
RENZI SCATENA INSTAGRAM E “RISCHIA” LA SCISSIONE
L’ex premier deve scontare una lunga sovraesposizione durante il periodo d’oro al Governo e nel Pd ed è certamente tra i maggiori responsabili dell’emergere di Lega e M5s con voti così alti durante le Elezioni del 2018, consegnando di fatto ai “gialloverdi” il nuovo Governo da lui poi attaccato ogni giorno come “semplice senatore” dell’opposizione. Non è però solo Salvini e Di Maio ad essere nel mirino dell’ex sindaco fiorentino: Nicola Zingaretti e un Pd che secondo lui “torna al passato” sono tra i pericoli più grandi che il Renzi-pensiero riporta spesso nelle interviste, pur senza attacchi diretti. Solo pochi giorni fa a Milano la convention con Beppe Sala ha scavato un altro piccolo solco con la Segreteria Nazionale dei dem: «O torniamo noi a dettare l’agenda o non vinceremo mai più». Ha scongiurato per l’ennesima volta la scissione del Partito Democratico ma come già detto nella lettera “smonta” Gentiloni-Minniti degli scorsi giorni, il Partito deve svegliarsi per dare un indirizzo alla propria opposizione alla Lega e al M5s. Renzi ne è convinto e Zingaretti, come visto ieri all’Assemblea Nazionale dem, lo teme: «Non dobbiamo guardare al passato remoto ma neanche a quello prossimo: l’Italia ha bocciato l’impianto di alcune delle nostre riforme». La sfida è lanciata ma quell’operazione “simpatia” sui social non sembra dare i risultati attesi, come certifica l’attacco di oggi per quella “amaca” di troppo..