Continua lo scontro a distanza tra Matteo Renzi e Report. La vicenda dell’incontro tra l’ex premier con Marco Mancini in un autogrill di Fiano Romano si intreccia ad un’altra polemica. Riguarda un dossier con e-mail e fatture, secondo cui il programma condotto da Sigfrido Ranucci avrebbe pagato 45mila euro alla Tarantula, società lussemburghese, per avere una fonte per un’inchiesta contro Renzi. Si tratta di Francesco Maria Tuccillo, manager che aveva contrastato la governance filo-araba di Piaggio Aerospace e contribuito all’arresto del boss Vito Palazzolo. Tutto ciò è alla base dell’interrogazione parlamentare del deputato di Italia Viva Luciano Nobili ed è ciò a cui ha fatto riferimento Matteo Renzi durante l’intervista di Report partita dall’incontro in autogrill. Quando il giornalista gli aveva chiesto conto di un’operazione sospetta riguardante una sua conferenza negli Emirati Arabi Uniti, il leader di Italia Viva aveva replicato: «La segnalazione di una operazione sospetta si fa sempre per i politici, qualsiasi denaro superiore ad una certa cifra che arriva ai politici viene segnalato dalla banca a Bankitalia, da questa alle procure. Secondo me è una cosa giusta, io la farei anche per i giornalisti, così se qualcuno prende dei soldi da una società del Lussemburgo per aver fatto chissà cosa, a quel punto scatta l’operazione sospetta».



RENZI VS REPORT E IL GIALLO DEL DOSSIER

Il riferimento di Matteo Renzi però è ad un dossier risultato falso, «fabbricato per gettare fango e discredito su Report», scrive il programma. Questo dossier, che tra le altre cose contiene un carteggio tra Sigfrido Ranucci e Rocco Casalino in cui si parla di un’inchiesta tv da fare contro Matteo Renzi e di una fattura relativo al pagamento di una fonte, è risultato falso. La Rai e la stessa società Tarantula hanno smentito l’esistenza di tale fattura. Inoltre, anche Francesco Maria Tuccillo smentisce il suo coinvolgimento: «Non sono mai stato fonte remunerata di alcuna trasmissione radiotelevisiva e nel caso di Report, pur essendo stato contattato da Danilo Procaccianti in occasione dell’inchiesta su Alitalia e Piaggio dello scorso novembre, ho preferito non fornire informazioni né intervenire», la nota dell’ex manager di Finmeccanica e Piaggio Aerospace. Anche Rocco Casalino, ex portavoce di Giuseppe Conte, ha smentito di aver avuto contatti con il conduttore di Report e si è detto disposto a dirlo anche in tribunale, così come Franco Bechis, direttore de Il Tempo, ha ammesso di aver ricevuto il dossier e di essersi reso conto che era falso. Una vicenda intricata che ha convinto Report a passare al contrattacco per un altro aspetto: «Nel testo del parlamentare si fa anche il nome di una fonte riservata che avevamo incontrato alcuni mesi fa e che non abbiamo mai reso pubblica. Come faceva il il deputato di Italia Viva a conoscere la sua identità? E perché ha deciso di rivelarla?». Per questo la trasmissione parla ora di «attacco alla libertà di informazione».

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