Torna Domenica In e Mara Venier non poteva scegliere miglior apertura: lo studio accoglie Renzo Arbore, icona della tv ma soprattutto della radio italiana. Il compositore ovviamente è partito dal saluto a Luca Giurato, scomparso alcuni giorni fa: “Luca era ed è rimasto un bravo ragazzo fino alla fine, aveva una simpatia straordinaria”. Dopo il momento di commozione, Renzo Arbore è subito passato a raccontarsi dal punto di vista professionale, con una vena anche nostalgica. “Con Boncompagni siamo stati i primi disc jockey italiani, abbiamo scoperto tantissimi cantanti come ad esempio Lucio Battisti… Noi fummo i primi con ‘Bandiera gialla’ a ringiovanire il mondo della radio quando sembrava che la tv l’avrebbe surclassata”.



Proseguendo nel raccontarsi dal punto di vista professionale, Renzo Arbore ha rinnovato la sua grande fedeltà alla Rai. “Non ho mai tradito la Rai? Della mia generazione sono l’unico che non è andato dalla concorrenza. Nonostante le offerte sono sempre rimasto fedele alla radio e alla televisione”. Eppure, il papà Stefano non voleva che intraprendesse la carriera da disc jockey ma la paura degli aghi convinse anche il genitore: “Capì che non potevo fare medicina e così e mi laureai in giurisprudenza”



Renzo Arbore, il sorriso come segreto del successo: “Una volta venne a trovarci Mina e…

Sono tanti i ricordi e gli aneddoti degni di essere raccontati; la carriera imponente di Renzo Arbore non può che essere una fonte inesauribile di episodi che in qualche modo hanno rivoluzionato il mondo dello spettacolo. A Domenica In ha ricordato come, con Gianni Boncompagni, per un periodo dovette fare a meno del mondo della televisione. “Io ero stato bandito dalla tv con Boncompagni: facemmo una marachella… Facemmo vedere un nostro personaggio iconico della radio e un dirigente non apprezzò, per 5 anni non abbiamo più fatto televisione”.



Tanta goliardia nella memoria di Renzo Arbore, risate che erano parte integrante del suo processo creativo. “Una volta venne Mina a trovarci e mettemmo Giorgio Bracardi mezzo nudo vicino al microfono che urlava a squarciagola ‘Patroclo’. Lei arrivò, coprendosi il volto, e ridendo tantissimo…”. Il disc jockey ha poi impreziosito il racconto a Domenica In con un altro simpatico aneddoto: “Cosa mi manca di più? Le risate, noi non scrivevamo il nostro compito era avere il morale alto. Facevamo tantissimi scherzi; una volta venne un giornalista della BBC che era venuto a vedere come facevamo la radio in Italia… Bracardi imitava Dracula e noi giravamo con l’aglio, chissà cosa ha pensato…”.