Renzo Arbore contro Mediaset, e in particolare contro Barbara D’Urso. Sono parole forti quelle rilasciate nel corso di un’intervista ad “Avvenire” da uno dei personaggi più importanti della tv italiana nei confronti del Biscione e di una delle sue conduttrici di punta. A scatenare lo sfogo dell’artista foggiano è stata la scelta della D’Urso di recitare l’Eterno riposo in diretta tv con Matteo Salvini durante una puntata di “Live – Non è la D’Urso”. Un momento televisivo che ad Arbore non è andato giù: “La Rai ha il dovere di marcare sempre più la differenza con Mediaset“, ha esordito il cantautore. Poi l’affondo circostanziato: “Mediaset anche adesso continua imperterrita come se niente fosse a trasmettere della robaccia. Il punto più basso l’ha toccato con l'”Eterno riposo” recitato da Salvini e Barbara D’Urso. Un mix di cattivo gusto aver inserito in un programma di così basso livello una preghiera intima che diciamo in coda alle nostre più personali implorazioni e meditazioni“.
RENZO ARBORE CONTRO BARBARA D’URSO E MEDIASET
Dichiarazioni destinate a lasciare il segno quelle di Renzo Arbore nei confronti di Mediaset e di Barbara D’Urso. Se appare difficile pensare ad una presa di posizione ufficiale del Biscione contro un grande della tv italiana – per quanto critico – come Arbore, non è da escludere che sia la stessa Barbara D’Urso a concedersi il lusso di una replica in diretta. Continuando a parlare di televisione, Arbore si è anche lasciato andare ad una constatazione: “L’Auditel resta sempre il dominus. Sono lontani i tempi in cui ci si abituava ad apprezzare film che adesso nessun giovane riuscirebbe a vedere, per la drammaticità e la lentezza. Ricordo invece che alla fine ci si appassionava e si imparava a capire e amare certe figure. A me è capitato con gli anziani guardando Umberto D di De Sica. Da ragazzo al cinema si andava spesso a piangere, ma poi è arrivato Totò. Non a caso quando nel 50° della morte proposi all’Università Federico II di Napoli di conferirgli la laurea honoris causa lo definii il “grande consolatore”“.