Renzo Arbore è a dir poco affranto. La notizia della morte di Raffaella Carrà ha lasciato il segno. A “Repubblica” confida di aver cercato informazioni su di lei soltanto poche ore prima che un lancio d’agenzia comunicasse che l’amica di una vita non c’era più. Arbore racconta: “L’ho appena saputo: una fucilata mi avrebbe fatto meno male. Ma com’è possibile? Mi aveva chiamato Renato Zero per avere sue notizie, non l’aveva vista all’Argentario, come al solito. Era allarmato: “Perché Raffaella non è qui?”. Amava la sua casa al mare. Allora ho chiamato Barbara (Boncompagni, ndr) che mi ha rassicurato“. Renzo Arbore non trattiene le lacrime. “L’hanno protetta, hanno fatto bene. Ma sto male, è un pezzo della mia vita che se ne va. Mi stanno chiamando tutti, sono così addolarato che è difficile parlare“. Arbore descrive così Raffaella Carrà: “Aveva questa volontà straordinaria, questa professionalità, una disciplina per cui anche Gianni (Boncompagni, ndr) la prendeva in giro. Non lasciava niente al caso ma ridevano tanto insieme. Capisce quello che ha fatto questa donna in tv? Sto male se penso che si è chiusa l’era della ‘bella televisione’“.



Renzo Arbore: “Quando ho saputo di Raffaella Carrà peggio di una fucilata”

Renzo Arbore non ha dubbi sul fatto che si sia definitivamente conclusa un’epoca straordinaria con la morte di Raffaella Carrà: “Mi spaventa il pensiero che con Raffaella si chiude l’epoca della bella televisione, quella costruita con le idee, con la fatica. La bella televisione dell’intrattenimento è finita, quella tv lì è irripetibile, non si farà mai più. Va bene, ci saranno le fiction, le storie, i talent. Ma la nuova televisione non è paragonabile a quella che faceva Raffaella, che parlava a tutti, piaceva al pubblico colto e popolare“. Arbore è sicuro che questo sentimento, questo suo convincimento, sia diffuso: “Sì, la gente lo sa benissimo, per questo c’è questa reazione alla notizia della morte di Raffaella, è un lutto che colpisce tutti. In Romagna dovrebbero indire una settimana di lutto. Oggi, tutti, riguardandola in tv, abbiamo un ricordo legato a lei“. Poi la chiosa: “Tante studiano per diventare soubrette, di Raffella ce n’è una“.

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