RENZO ARBORE: “VENGO DA UNA FAMIGLIA CATTOLICA. L’IMPORTANZA DELLA PREGHIERA”

Prega ogni giorno, lo reputa un aiuto costante anche a 86 anni eppure ha rifiutato i consigli di Padre Pio: stiamo parlando di Renzo Arbore, l’istrionico showman “padre” fondatore della radio italiana e tra i massimi ideatori di programmi e show in tv. Nell’ultima intervista al “Messaggero” il Cavaliere di Gran Croce – onorificenza più alta della Repubblica italiana ricevuta dal Presidente Mattarella lo scorso 15 gennaio 2022 – ha svelato alcune particolari intimità di una lunghissima carriera professionale tutt’altro che giunta al capolinea (è tornato di recente in Rai a condurre il giovedì sera “Appresso alla musica”).



Tra queste, Renzo Arbore racconta la sua particolare religiosità legata fin da piccino: «prego tanto? Sì, mi aiuta a vivere. Sono cresciuto in una famiglia cattolica, ho anche due cugine suore». Nel corso dell’intervista racconta poi un aneddoto singolare legato ad uno dei più grandi Santi del Novecento della Chiesa Cattolica, San Padre Pio da Pietrelcina: nel 1963 dopo la laurea a Napoli, Arbore tornò nella sua Foggia per un anno e prima di spiccare il volo nel mondo dello spettacolo cadde in una dura depressione. «Ero disoccupato, mi sentivo sconfitto, non sapevo cosa fare», racconta Arbore sottolineando di essere anche andato dall’analista pur in tempi che non era affatto usuale, «Non si usava. Me la feci passare da solo». Il conduttore racconta di essere andato da Padre Pio anche se non andò come se lo aspettava: «Sì. Prima, stizzito, mi disse di fare quello che volevo, poi di scegliere l’avvocatura».



BENEFICIENZA E CASO FERRAGNI, LA STOCCATA DI RENZO ARBORE

Renzo Arbore racconta poi sempre al “Messaggero” di aver sempre cercato nel corso della sua carriera un modo insolito di stare sulla “cresta dell’onda”: «Ho sempre cercato di razzolare nell’inconsueto». Essere originali, eccentrici, tanto nei personaggi che lanciava – e la lista è lunghissima da Benigni a Frassica, da CarlucciCucinotta – quanto nei format ideati, quanto per lui medesimo: «Quando per motivi politici la parola patria era bandita, per esempio, ci feci un programma intero», parlando di “Telepatia International” nel 1981.



Da Sanremo alla Rai, dalla musica di oggi che non lo appassiona più al racconto sulle scelte personali fatte in questi anni anche sotto il profilo della solidarietà e della beneficienza: da 35 anni Renzo Arbore è testimonial e “mecenate” della Lega del Filo d’Oro (impegnata nell’assistenza di persone con problemi di sordità e cecità). Qui inevitabile la domanda sul “caso Chiara Ferragni” dopo le accuse sui guadagni durante operazioni di beneficenza non pienamente “trasparenti”: Arbore è netto e semplice nel condannare un certo tipo di solidarietà e spiega, «È semplice. Con generosità e serietà. Senza mai mischiarla a operazioni commerciali. La credibilità è tutto».