I cambiamenti climatici non sono causati dall’essere umano. È la tesi sostenuta da Renzo Mosetti, professore di Fisica della Terra all’Università di Trieste. Intervistato da La Verità, spiega che “c’è la convinzione che vi sarebbe una maggioranza di miei colleghi che dice che siamo in emergenza climatica e che la causa è l’uomo, ma è una leggenda metropolitana […] l’assunto che l’uomo è colpevole del cambiamento climatico è diventato addirittura un dogma”.
Secondo il professor Mosetti, “non siamo ancora in grado di discriminare quanto pesa l’effetto antropico rispetto alla naturale variabilità climatica”. In particolare, afferma che le variazioni a cui stiamo assistendo, che avvengono in tempi brevi (geologicamente parlando), “sono attribuibili all’effetto dell’oceano ed in particolare alle variazioni della circolazione termoalina […] scorrettamente riferita dai media come ‘corrente del Golfo’”. Questa variazione, nel caso consista in un indebolimento o addirittura nella sua scomparsa, “causa una diminuzione nel trasporto di calore dalle basse latitudini verso Nord e quindi un clima più freddo nel Nord Europa”. In pratica, l’effetto del surriscaldamento globale potrebbe essere la scomparsa di questa circolazione termoalina e quindi un clima più freddo, ma “la situazione dell’attuale cambiamento in atto è ancora da capire bene”.
Cambiamenti climatici, per Renzo Mosetti “CO2 non è il nemico”
Sentito da La Verità, Renzo Mosetti si scaglia contro l’attivista Greta Thunberg e fornisce la sua ricetta per cercare di contenere gli effetti dei cambiamenti climatici, ricordando che “occorre fare ciò che è fattibile e controllabile”. Per esempio “agire sulle fonti di inquinamento, che costituiscono un problema attuale che può diventare grave se non affrontato in modo appropriato”.
Tra i colpevoli del surriscaldamento, però, Mosetti non indica la famigerata anidride carbonica: “la CO2 non è un’inquinante, come viene molte volte detto – spiega – ma è un gas essenziale per la vita sulla Terra. Il nostro nemico non è la CO2”. Per questo motivo si dice contrario ai trattati internazionali sulla riduzione dei gas serra, spiegando che “con quei trattati si vorrebbe arrivare, entro un certo numero di anni, a un target stabilito a priori del contenimento della temperatura media globale” ma che allo stesso tempo “risulta impensabile l’esistenza di un servomeccanismo su scala globale per la regolazione del clima”.