Ospite a Che tempo che fa, Renzo Piano dedica buona parte del suo intervento a decantare la bellezza. L’architetto cita Dostoevskij e in particolare una frase dell’Idiota, “la bellezza salverà il mondo”. Lui, di bellezza, se ne intende eccome. Piano ha lavorato a lungo in un Paese bellissimo, che però troppo spesso viene deturpato da catastrofi naturali e dalla negligenza umana. L’Italia, per lui, “è un paese bellissimo e fragile, ma togliamoci di dosso l’idea che le cose avvengano per fatalità: tutte le situazioni, anche le più complesse si posso affrontare con un piano complessivo e di lungo respiro”. Ne ha parlato di recente all’Ansa: “Abbiamo problemi idraulici, geologici, sismici: un ponte non può crollare… se crolla si ricostruisce, certo, ma è sofferenza, per questo dico alla politica che ci vuole un piano generale e che serve un maggiore radicamento con la realtà”. Una soluzione? “Io intanto rilancio l’idea delle piccole cose, facciamo tante piccole cose che siano come tante gocce, perché con le gocce, se sono tante, si fa il mare. E magari, perché no, un mare pieno di sardine”. (agg. di Rossella Pastore)
RENZO PIANO A CHE TEMPO CHE FA
Renzo Piano non finisce mai di stupire e di lavorare. Grazie al suo progetto G124, infatti, presso la Casa Circondariale Femminile di Rebibbia è stata realizzata La casa dell’affettività. Come racconta Living, l’inserto del Corriere della Sera dedicato all’architettura e al design, “il progetto è stato elaborato grazie ad una stretta e fruttuosa relazione con il DAP, Dipartimento di Amministrazione Penitenziaria del Ministero della Giustizia il quale ha materialmente sostenuto la realizzazione del prototipo. Nel tempo si sono poi aggiunti degli sponsor esterni”. Di fatto è stato costruito un piccolo edificio, 28 mq in tutto, “per gli incontri tra detenute e famiglie che favorisca la riabilitazione e la reintegrazione”. C’è da ricordare che il team di architetti che lavora al progetto G124 è stipendiato grazie a quanto riceve Renzo Piano in qualità di Senatore a vita.
RENZO PIANO, I LAVORI DEL PROGETTO G124
“Abbiamo percorso l’Italia, abbiamo incominciato il primo anno a Catania, nel quartiere di Librino, sempre quell’anno eravamo a Roma e a Torino, nel borgo Vittoria. L’anno successivo siamo andati al Giambellino, a Milano, poi l’anno dopo a Marghera e poi a Sora, dove ieri abbiamo inaugurato il cantiere di una piccola scuola. Quest’anno abbiamo coinvolto dodici ragazzi che hanno lavorato su quattro progetti e ogni gruppo ha anche un tutor, un docente universitario”, sono le parole pronunciate, stando a quanto riportato da professionearchitetto.it, alla fine di novembre da Renzo Piano durante la riunione di lavoro del progetto G124 che c’è stata a palazzo Giustiniani. Piano ha anche ricordato che “il nostro Paese, così bello e così fragile, ha bisogno di un grande progetto di rammendo”.
LE PAROLE SULLE SARDINE
“Il nostro Paese ha bisogno di un grande rammendo del territorio, sono tanti i problemi che abbiamo: idraulici, geologici, nelle periferie, non parliamo dei ponti, un ponte non ha diritto di crollare. L’idea è molto semplice: facciamo queste piccole cose che sono come tante gocce, però se queste gocce sono giuste, e se sono tante, con esse si fa un mare e magari è anche un mare pieno di sardine”, ha detto ancora Piano, facendo un esplicito riferimento al movimento delle Sardine che si è riunito ieri a Roma. Chissà che oggi, durante la presenza a Che tempo che fa in qualità di ospite, il famoso architetto non pronunci altre parole positive nei confronti delle Sardine. Dipenderà anche da quello che gli verrà chiesto dal conduttore Fabio Fazio.