Mentre non si arresta la ricerca di un vaccino, giunge una nuova speranza per l’umanità nella lotta contro il Coronavirus: il farmaco Reparixin può essere utilizzato da quest’oggi nei casi più gravi di infezione da Covid-19. La conferma è pervenuta direttamente dall’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco), che ha concesso il proprio benestare all’uso della molecola sviluppata dall’azienda biofarmaceutica Dompé nel settore oncologico e da considerarsi ancora sperimentale. “La molecola – afferma l’Aifa in una nota – interviene inibendo l’azione di un mediatore dell’infiammazione denominato interleuchina 8, una delle proteine che si è dimostrata essere associata al processo di infiammazione a carico dei polmoni durante l’infezione da virus SARS-Cov2. Di conseguenza, questa azione è potenzialmente utile nel trattamento dei pazienti Covid-19 più severi, dove l’eccessiva risposta del sistema immunitario rappresenta uno dei principali meccanismi di danno delle vie respiratorie”.
REPARIXIN, SPERIMENTAZIONE AL SAN RAFFAELE DI MILANO
Come riferisce “Il Corriere della Sera”, lo studio clinico autorizzato dall’Aifa è noto come Repavid 19 e ha dato “risultati incoraggianti rispetto al contenimento delle complicazioni polmonari più severe del Covid-19 sui primi pazienti alla fine di Marzo presso l’Ospedale San Raffaele di Milano. Lo studio di fase 2/3, di superiorità verso placebo che valuterà l’efficacia e la sicurezza del Reparixin” avrà luogo non solo al San Raffaele, ma anche al San Paolo di Milano e all’ospedale di Circolo di Varese. Il quotidiano sottolinea che nella squadra incaricata di testare il Reparixin sui pazienti più gravi sarà presente anche il professor Alberto Zangrillo, nominato coordinator Investigator e nella vita di tutti i giorni direttore del reparto di Anestesia e Rianimazione Generale e Cardiochirurgica dell’IRCCS ospedale San Raffaele. Lo studio coinvolgerà progressivamente 48 pazienti nella Fase 2 e 100 pazienti nella Fase 3.