Solo il 20% delle diagnosi di coronavirus attualmente avvengono grazie al contact tracing. Dall’Istituto superiore di sanità (Iss) arriva la conferma, anche se non ce n’era bisogno, che il sistema del tracciamento in Italia è saltato. Tra il 19 ottobre e l’1 novembre le nuove diagnosi di Covid-19 sono state fatte su pazienti con sintomi nel 35% dei casi, invece per screening nel 27%. L’Iss lo ha comunicato in un tweet pubblicando l’ultimo rapporto sull’andamento dell’epidemia di Covid, che è in rapido peggioramento sull’intero territorio nazionale. A tal proposito, Walter Ricciardi, consulente del ministro della Salute Roberto Speranza, in un’intervista rilasciata a Repubblica ha dichiarato: «È saltato il contact tracing e non c’è sufficiente assistenza territoriale. Ormai la curva dei contagi non fa testo, perché è saltato il tracciamento. Le vere curve da osservare in questo momento sono quelle dell’occupazione dei posti letto e dei decessi. E stanno salendo».



REPORT ISS SU COVID, ETÀ MEDIA SCENDE A 49 ANNI

Il report pubblicato oggi dall’Istituto superiore di sanità (Iss) evidenzia che il quadro dell’epidemia di coronavirus è «sottostimato», considerati «i forti ritardi nella notifica dei casi individuali» riscontrati da parte dei dipartimenti di prevenzione dichiarati in «forte pressione». Inoltre, emerge che l’età mediana dei casi confermati di infezione da coronavirus segnalati dall’inizio dell’epidemia continua a scendere fino a 49 anni. A partire dalla fine di aprile ad oggi c’è stato un chiaro trend in diminuzione per l’età mediana: è passato da oltre 60 anni nei primi due mesi dell’epidemia a circa 30 anni nella settimana centrale di agosto, per risalire poi fino a 49 anni nell’ultima settimana. La maggior parte dei casi riportati dal monitoraggio sono stati notificati dalla Regione Lombardia, a seguire la Campania, che però resta in area gialla e non è quindi tra le zone considerate più a rischio. A seguire Piemonte, Veneto e quindi Lazio.



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