NUOVO CASO SI ABBATTE SUL GOVERNO MELONI?

Un nuovo caso Boccia si sta per abbattere sul governo Meloni: a rivelarlo è Sigfrido Ranucci con le anticipazioni sulla prima puntata della nuova stagione di Report. Oltre ad annunciare novità sulla questione del quadro del Manetti e servizi su una strage di migranti tenuta nascosta e il sistema Genova, ha spiegato che partirà dal nuovo ministro della Cultura Alessandro Giuli. Ranucci ha iniziato ad anticipare i contenuti della sua puntata “bomba” a Otto e Mezzo, su La7, poi ha fornito ulteriori dettagli a Rai Radio1, nel corso del suo intervento a “Un Giorno da pecora“.



In questo nuovo caso Boccia l’ex ministro Gennaro Sangiuliano non c’entra nulla, così come non riguarda la mancata consulente, ma ha tratti simili, sebbene stavolta potrebbe essere al maschile. Riguarda comunque il ministero della Cultura: Ranucci ha riferito di “documenti e chat che farebbero ipotizzare responsabilità legate ad alte cariche di Fratelli d’Italia“. Per quanto riguarda Giuli, non ha detto che le chat lo coinvolgano e non si è sbilanciato sul rischio che la vicenda possa portare alle sue dimissioni.



DA GIULI AL SISTEMA GENOVA: LE INCHIESTE DI REPORT

Il conduttore radiofonico Giovanni Lauro ha ricordato che quando il ministro Alessandro Giuli aveva rimosso il capo di gabinetto Francesco Gilioli, il quotidiano Repubblica aveva sostenuto che questi avrebbe passato dei documenti a Report, una circostanza che non risulta a Sigfrido Ranucci. D’altra parte, il conduttore e giornalista ha spiegato che se uno dei suoi non ha rivelato una delle sue fonti non può saperlo. Visto che Giuli sostiene di avere delle prove, ma non sa se coinvolgono il programma, Ranucci lo ha invitato a mostrarle.

Invece, ha negato che Boccia e i suoi avvocati abbiano passato documenti inediti sul caso Sangiuliano. A spaventare il governo Meloni anche l’approfondimento sull’inchiesta corruzione in Liguria, il cosiddetto “sistema Genova“. A tal proposito, verrà mostrato, con le urne aperte in Liguria per le Elezioni Regionali 2024, il sottobosco e si parlerà di alcuni personaggi vicini ai clan mafiosi che hanno sostenuto il sistema elettorale portando voti. In questa specifica vicenda non c’entra però Giovanni Toti, ma “chi lo ha aiutato nella campagna elettorale“.