Con l’inchiesta “La resa dei conti” il programma Report torna sul caso del dossier dell’Oms sulla gestione della pandemia Covid in Italia, pubblicato, rimosso e mai più ripubblicato. Ora ci sono i messaggi che il ministro della Salute Roberto Speranza e il presidente dell’Istituto superiore di sanità Silvio Brusaferro si sono scambiati il 14 maggio 2020 dopo la pubblicazione del documento. «Scusa se ti rompo di prima mattina ma è uscita questa pubblicazione OMS. Noi non abbiamo dato i dati a loro. Spero almeno sia stata concordata con te e con ministero. Se non lo fosse, mi sembrerebbe un serio incidente diplomatico», scrisse Brusaferro. Inoltre, sottolineò che l’Oms “vive” grazie ai contributi dei singoli governi, dunque devono avere voce in capitolo anche sull’uscita delle pubblicazioni. «Credo che un’agenzia internazionale prima di pubblicare un profilo nazionale e le schede regionali debba parlare con l’interessato che è anche uno stakeholder e un suo finanziatore». Ma tale circostanza è smentita da Nicoletta Dentico, Direttrice Healt innovation in practice, secondo cui il fatto che ci sia un rapporto obbliga l’organizzazione a informarti del lavoro, ma non a concordarne il contenuto. Eppure, Brusaferro in una conferenza stampa del 16 aprile 2021 garantì di non essere intervenuto sul dossier. Ma da documenti interni all’Istituto Superiore di Sanità in possesso di Report l’Iss analizzò i contenuti del dossier e inviò una relazione a Brusaferro. Per i ricercatori nel documento non c’erano inesattezze, ma venivano messe in luce alcune lacune sul piano pandemico italiano e sulle misure prese da alcune regioni nei primi mesi della pandemia.



I MESSAGGI TRA SPERANZA E BRUSAFERRO

Il programma di Rai 3 ha rivela che alle 12:47 del 14 maggio 2020 anche il ministro Roberto Speranza lesse il rapporto Oms e poi scrisse a Silvio Brusaferro. C’è un messaggio intercettato a confermarlo: «Sto guardando il rapporto dell’OMS. Con Kluge (direttore generale OMS Europa, ndr) sarò durissimo. Danni enormi non mi pare ne faccia, forse solo sui decessi». Alle 13 al team di Venezia arrivò una mail da David Allen, direttore del Business Operations Europe dell’OMS, che fermò la ripubblicazione del dossier sull’Italia. Poi Speranza riferì a Brusaferro il contenuto della telefonata con Hans Kluge: «Mi ha chiamato Kluge. Si è scusato. Ho ribadito che non facevo commenti sui contenuti ma sulle modalità. Ha confermato che lo ha ritirato e che si propone di discuterlo con noi. Credo faranno una indagine interna sulle responsabilità». Il documento, quindi, sarebbe dovuto essere oggetto di una revisione di Oms, Ministero della Salute e Iss.



REPORT “SPERANZA E BRUSAFERRO HANNO MENTITO”

«Quello che emerge da queste chat è che l’Ufficio Stampa del Ministero della Salute non ci ha detto il vero quando ci ha scritto che il ministro Speranza non aveva mai visto e letto questo dossier. Non ha detto la verità anche Brusaferro, quando disse di aver preso solo atto dell’esistenza di questo dossier. Anzi, ha avuto un ruolo attivo: ha informato Speranza e il suo stesso Istituto ha analizzato il dossier», commenta Sigfrido Ranucci. Tra l’altro lo scorso 28 aprile, in un’audizione in Senato, Speranza ribadì che il ritiro del rapporto era stata una decisione autonoma dell’Oms. Ma Report lo smentisce sul ruolo che ha sempre negato nella vicenda. A conferma di ciò ci sono le parole di Hans Kluge che il 15 maggio 2020 chiamò Francesco Zambon riportando i contenuti della conversione col ministro: «La questione chiave è la mia relazione con il ministro che era molto infastidito. Non possiamo addossare tutto a Ranieri Guerra, quindi dobbiamo fare una nuova strategia. Scriverò al ministro che stabiliremo un gruppo di esperti Ministero/ISS/OMS per rivedere il documento. Abbiamo bisogno che il ministro sia felice e che proceda con l’accordo per Venezia».

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