Lo difende non solo sul caso Eolico ma anche sulla palazzina di Bresso: Salvini tira dritto e reputa assurdo attaccare il Sottosegretario prima ancora di un servizio come quello di Report e un’inchiesta ancora senza ipotesi di reato o accuse specifiche. «Possono aprire tutte le inchieste che vogliono. Io sono assolutamente tranquillo. Se a Siri è contestato di avere un mutuo, è un reato che stanno compiendo milioni di italiani che pagano la rata del mutuo», rilancia durante comizio in Campania il leader della Lega. Nel corso della giornata, tra i primi M5s a commentare la nuova “grana” per Armando Siri è stato il “suo” Ministro titolare dei Trasporti, Danilo Toninelli: «Le dimissioni del sottosegretario Siri dovevano arrivare certamente prima del Consiglio dei ministri. Siri – ha concluso il ministro – ha bisogno di tempo per difendersi ma, purtroppo per lui, non lo può fare all’interno di questo governo».



BANCA CENTRALE SAN MARINO: “GIÀ COMINCIATE VERIFICHE”

Secondo quanto emerge dalle prime fonti “filtrate” dalla Procura di Milano al Fatto Quotidiano, l’informativa del Nucleo di Polizia Economico-Finanziario della Guardia di Finanza di Milano sarebbe stata inviata alla Procura stessa già sabato scorso e in essa, pare, vi era contenuta la segnalazione dell’Unità di informazione finanziaria relativa alla transazione della palazzina intestata alla figlia di Armando Siri. Secondo Report, il tutto partirebbe dalla segnalazione sull’antiriciclaggio emessa dal notaio durante l’atto di compravendita: al momento il fascicolo, spiega ancora Il Fatto, sarebbe stato assegnato al procuratore aggiunto Fabio De Pasquale che si occupa tra gli altri di corruzione internazionale, riciclaggio e autoriciclaggio. La Banca Centrale di San Marino, una volta informata dai fatti che saranno contenuti questa sera nella puntata di Report, ha fatto sapere tramite la presidente Catia Tomasetti: «Presumo che la questione sia da tempo all’attenzione delle Autorità sammarinesi preposte. Peraltro, non essendo coinvolta nell’attività di vigilanza (come statutariamente previsto), non conosco gli esiti degli eventuali approfondimenti in corso». In ogni caso, aggiunge sempre la n.1 della Banca sammarinese, «in presenza di una persona politicamente esposta, preciso che anche le banche sammarinesi sono tenute all’applicazione di misure rafforzate di adeguata verifica in linea con le disposizioni comunitarie in materia».



PROCURA MILANO APRE UN FASCIOLO

In attesa di vedere ancora il servizio integrale della puntata di Report stasera, la Procura di Milano ha aperto una inchiesta al momento senza ipotesi di reato né indagati sull’acquisto della palazzina di Bresso da parte del Sottosegretario Armando Siri. Il caso rischia di ingrossarsi sempre più nonostante ripetiamo al momento non vi siano elementi per dare una nuova “spallata” al senatore della Lega già attaccato da tutto il Movimento 5 Stelle. In merito all’acquisto della palazzina, lo stesso vicepremier Salvini è intervenuto in difesa di Siri sottolineando «So che Siri ha un mutuo come milioni di italiani, non penso sia un reato. Mi sembra che ci siano tanti sospetti ma zero prove, zero illegalità, zero irregolarità», È stato poi chiesto dai cronisti sotto il palco dei comizi per le Europee se il Ministro guarderà la puntata di Report questa sera, e lui «No. Domani lavoro, sono a San Giuseppe Vesuviano». Polemiche e critiche chiuse? Neanche per sogno, la puntata di Report tra qualche ora potrebbe di nuovo rendere “delicata” la posizione del Sottosegretario ai Trasporti.



IL CASO DELLA PALAZZINA DI BRESSO

La puntata di questa sera di Report potrebbe mettere una nuova “pietra dello scandalo” nella già complessa vicenda interna al Governo Lega-M5s sul caso di Armando Siri, il Sottosegretario leghista ai Trasporti indagato per presunti legami di corruzione sul tema dell’eolico in Sicilia. Ebbene, il “caso” potrebbe allargarsi anche cambiando completamente ambientazione e contenuto del presunto scandalo scoperto dai colleghi di Report: «Una palazzina con ben sette appartamenti a Bresso, nella città metropolitana di Milano, è stata acquistata lo scorso gennaio dal sottosegretario leghista Armando Siri. L’ha intestata alla figlia e l’ha pagata 585 mila euro. I soldi provengono da una banca di San Marino. A gestire questa operazione è l’agenzia immobiliare di Policarpo Perini che nel 2013 era candidato come sindaco di Bresso proprio con il partito fondato da Siri, Italia Nuova», scrivono nelle anticipazioni i giornalisti di Sigfrido Ranucci. Il notaio che ha stipulato l’atto di compravendita dell’immobile l’ha segnalato alla Banca d’Italia come operazione sospetta e ai microfoni di Report ha confermato che tra i possibili motivi (non ha ovviamente svelato il tutto dato il suo segreto professionale) di tale richiesta potrebbe esserci la provenienza sospetta dei capitali.

LA REPLICA DI SIRI A REPORT: “ACQUISTO REGOLARE”

A confermare l’indagine ci ha pensato Ranucci stesso in un’anticipazione al Tg3: «600 mila euro sono partiti da una banca di San Marino, la Banca Agricola Commerciale. Sono finiti sul conto di un notaio e sono stati utilizzati dal senatore Siri per acquistare una palazzina a Bresso intestata alla figlia. Il notaio ha pensato di segnalare l’operazione come sospetta. Alla domanda della giornalista Claudia Di Pasquale su quali siano, in genere, i casi in cui un notaio segnala un’operazione sospetta, il professionista ha risposto: “In generale può essere anche sicuramente la provenienza dei capitali». Lo stesso conduttore di Report ha poi lanciato l’ultima stoccata, legandosi ai problemi pregressi del senatore della Lega con la giustizia: «Visto che il senatore Siri ha alle spalle un patteggiamento per bancarotta fraudolenta, ha avuto un immobile pignorato nel 2011 dall’Inpgi e nel 2017 ha dichiarato 25 mila euro di reddito, ci siamo chiesti con quali garanzie sia stato erogato questo mutuo». Interpellato sulla vicenda, lo stesso Armando Siri ha fatto sapere in una nota che «L’acquisto immobiliare a Bresso è tutto regolare, se il servizio è diffamatorio querelo». Per il sottosegretario indagato da un mese sul caso Eolico, «l’acquisto è avvenuto con una procedura trasparente nel rispetto di tutte le norme vigenti, comprese quelle anti-riciclaggio. Nessuna operazione sospetta da segnalare, ma la normale compilazione dei moduli che tutti i notai sono tenuti a redigere». Nuovo “bubbone” pronto ad esplodere nella già intricata matassa Salvini-Di Maio-Conte?