Nella giornata di oggi la Russia ha accusato l’Ucraina di aver ucciso un reporter russo, Rostislav Zhuravlev, e di averne feriti altri tre con le ormai famose (e famigerate) bombe a grappolo. Il giornalista, che lavorava per l’agenzia stampa Ria Novosti, si trovava nei pressi della città di Pyatykhatky, in una zona meridionale dell’Ucraina attualmente occupata dalle truppe del Cremlino. Si allunga, insomma, sempre di più la lista di giornalisti, fotografi e reporter, tanto russi, quanto ucraini ed internazionali, uccisi durante la violenta guerra in Ucraina, che procede ormai da più di un anno e mezzo a questa parte. Contestualmente, infatti, dalla Germania è arrivata la notizia di un altro giornalista, Yevgen Shylko, ucciso, ma, secondo l’emittente Deutsche Welle per la quale lavorava, per mano delle truppe russe.
Reporter russo ucciso in Ucraina, Mosca: “Ci saranno conseguenze”
Insomma, stando alle parole del Cremlino, il reporter russo ucciso in Ucraina sarebbe rimasto vittima delle bombe a grappolo, che hanno provocato anche il ferimento degli altri tre giornalisti russi e della morte di quello tedesco. Infatti quest’ultimo, che si trovava all’interno di un centro d’addestramento ucraino nella regione di Donetsk, ancora in mano a Kiev, secondo l’emittente tedesca, presentava segni di un “evidente attacco con munizioni a grappolo”.
Il reporter russo ucciso in Ucraina, invece, non sarebbe morto sul colpo, ma durante il trasporto in ospedale per la medicazione delle ferite riportate in seguito al bombardamento. Immediata la reazione di Mosca, che tramite il Ministro degli Esteri Sergej Lavrov, ha fatto sapere che a colpa del decesso è “condivisa da coloro che hanno fornito bombe a grappolo” all’Ucraina, riferendosi soprattutto agli USA. Similmente, secondo il Ministro, i responsabili “subiranno inevitabilmente una meritata punizione“. Non vi sarebbero, infine, conferme da nessuno degli altri attori coinvolti, tra ONU e Ucraina, delle modalità con cui il reporter russo è stato ucciso.