REPUBBLICA CECA LANCIA GUERRA AI FILO-RUSSI SUI SOCIAL
In Repubblica Ceca si potrebbe rischiare il carcere fino a 3 anni solo per sostenere/fare discorsi “filo-russi” sui social media: in Italia la notizia in pratica non è arrivata, se non su siti spesso accusati di “complottismi” e “fake news” dai debunker professionisti. Eppure questa volta non solo la notizia è vera ma c’è un comunicato ufficiale del procuratore capo generale della Repubblica Ceca, Igor Stríž, che informa nel dettaglio i prossimi rischi per i cittadini cechi in merito alla tragica vicenda della guerra tra Russia e Ucraina.
Da Praga, governo filo-occidentale e membro Nato, la posizione contro la Russia è sempre più dura negli ultimi giorni: dallo sport (con la federcalcio ceca che si rifiuta di disputare l’eventuale partita di playoff per i Mondiali in Qatar contro la Russia) fino alla politica e addirittura al mondo dei social. Con un comunicato stampa diffuso da Brno lo scorso 26 febbraio, il procuratore capo Stríž scrive: «La Procura suprema ritiene necessario informare i cittadini che l’attuale situazione associata all’attacco della Federazione Russa all’Ucraina potrebbe avere implicazioni per la loro libertà di espressione».
“SOSTIENI RUSSIA SUI SOCIAL? RISCHI CARCERE E LIBERTÀ LIMITATA”
La libertà di espressione in Repubblica Ceca è garantita dall’articolo 17 della Carta dei Diritti costituzionali: «Ognuno ha il diritto di esprimere le proprie opinioni in qualsiasi modo ritengano opportuno»; eppure, sottolinea ancora il procuratore capo, «la libertà di parola ha i suoi limiti anche in uno Stato democratico governato dallo Stato di diritto». Perciò l’annuncio-minaccia lanciato dalla stessa Procura: «Se qualcuno pubblicamente (comprese le manifestazioni, Internet o i social network) ha accettato (accettato o sostenuto gli attacchi della Federazione Russa all’Ucraina) o ha espresso sostegno o elogiato i leader della Federazione Russa a questo proposito, potrebbe anche essere soggetto a responsabilità penale a determinate condizioni». Si tratta del reato di “approvazione di un reato”, sostenuto dall’articolo 365 del codice penale ceco, ma anche si è perseguibili per il reato di «negazione, interrogatorio, approvazione e giustificazione del genocidio ai sensi dell’articolo 405 del codice penale». Stando ad un rapporto diffuso in questi giorni da Radio Praga Internazionale, chiunque trovato in violazione di questi reati del codice penale in Repubblica Ceca rischia fino a 3 anni di carcere, anche se riconosce sarebbe comunque difficile sporgere una denuncia. Diverse le critiche internazionali giunte dalla stampa anche inglese, come “Breibart” che si chiede «se qualcuno potrebbe essere perseguibile per aver semplicemente messo in dubbio l’espansione verso est della NATO, la decisione dell’Occidente di sostenere il colpo di stato di Euromaidan nel 2014, o la misura in cui le affermazioni che il governo ucraino ha maltrattato i civili nel Donbass potrebbero essere vere». La stessa Polizia di Stato ceca scrive sui propri canali social: «Registriamo dozzine di segnalazioni per commenti nelle discussioni su Internet che approvano l’invasione russa e le attività dell’esercito russo. Monitoriamo attentamente l’ambiente Internet e ci scusiamo per non aver risposto a tutte le segnalazioni nei nostri post. Grazie per la vostra comprensione!».