È polemica forte sul mezzo “pasticcio” avvenuto negli scorsi giorni con la mini-norma inserita dal Governo nell’ultimo Decreto sulla proroga dello Stato d’emergenza: di fatto è dato pieno potere al Premier Conte di prorogare i vertici di Aise, Aisi, Dis, in generale dei servizi segreti. Dopo le durissime critiche delle opposizioni sulla norma inserita “di nascosto”, Palazzo Chigi ha replicato ieri «La nuova norma si limita a introdurre la possibilità che vi siano più provvedimenti successivi di rinnovo dell’incarico, anziché uno solo, senza alcuna modifica del limite massimo temporale di permanenza negli incarichi stessi», confermando comunque la riforma “nascosta” dei servizi segreti. Ebbene, oggi su “Repubblica il retroscena a firma Carlo Bonini riporta di tutto lo scontro interno al Governo proprio per la guida e la nomina dei vertici Aisi (Mario Parente), Dis (Gennaro Vecchione), Aise (Giovanni Caravelli) e Prefetto della Polizia (Franco Gabrielli). È un passaggio in particolare però a suscitare forti polemiche ancora verso l’esecutivo giallorosso: «È una partita avvelenata che divide il governo e che ha il sentore fetido della cultura del ricatto. Soprattutto, che non ha nulla a che vedere con la sicurezza nazionale, ma con la convinzione, figlia della fragilità delle biografie dei protagonisti politici di questa partita, che in un prossimo redde rationem interno alla maggioranza per ciascuno dei suoi tre maggiori azionisti – Presidenza del Consiglio, Cinque Stelle, Pd – sia vitale poter contare su un apparato “fedele”in grado di proteggerli».



DA CHI VOGLIONO PROTEGGERSI CONTE, PD E M5S?

«Conte ha deciso la proroga durante l’emergenza dei capi dei servizi segreti perché questi apparati servono a Pd, M5s e Premier ad essere protetti», attacca il vidirettore del “Giornale” Nicola Porro nella sua consueta rassegna stampa quotidiana citando le fonti di Carlo Bonini su Repubblica. I servizi segreti servono a proteggere la politica? Se così fosse chiaramente dovrebbero avvenire una delle due conseguenze dirimenti: o è tutto falso, e allora Carlo Bonini avrebbe raccontato un retroscena inventato passibile di querela da parte del Governo. Oppure, la questione è vera e dunque occorrerebbe capire da chi i vertici di Pd, M5s e Governo devono “difendersi” con l’utilizzo dei servizi segreti? Al di lai dei vari complotti che ritualmente vengono sollevati in casi come questi, la possibilità più volte segnalata in ambito europeo che alcune decisioni prese durante la gestione del Covid-19 (dalla mancata chiusura delle zone rosse in Lombardia fino all’utilizzo dei Dpcm) possano portare indagini a carico del Presidente del Consiglio e dei membri del Governo rende comunque agitati i sonni della politica a Palazzo Chigi. E se i “rumors” riportati da Bonini avessero proprio questa potenziale “origine” che spiegherebbero ancor più dettagliatamente la complessa vicenda? Riprendendo ancora le parole di Bonini, l’aria che tira nel Governo è tutt’altro che serena «la scelta di un direttore dell’Intelligence o di un comandante generale dell’Arma equivale a quella della nomina in una partecipata di Stato. All’occupazione di uno spazio nevralgico della partita per il Potere, la sua difesa, i suoi equilibri».



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