“LIBERTÀ DI STAMPA A RISCHIO IN ITALIA”: IL REPORT UE CITATO DA “LA REPUBBLICA” FIRMATO DA CRONISTI ANTI-GOVERNO (COMPRESO REP)
Se qualche giorno fa si parlava di “Ue che boccia l’Italia” per quanto riguarda lo Stato di Diritto, ecco che ora il nuovo report citato dal quotidiano “La Repubblica” punta l’indice contro la libertà di stampa che sarebbe fortemente a rischio nel nostro Paese proprio a causa del Governo Meloni. A parlare è il rapporto 2024 del Media Freedom Rapid Response, pubblicato il 29 luglio e che presenta questo incipit durissimo: «da quando il Governo di estrema destra di Giorgia Meloni è entrato in carica, la libertà dei media in Italia è stata sottoposta ad una pressione crescente con attacchi e violazioni senza precedenti della libertà di stampa».
E così come settimana scorsa il rapporto della Commissione Europea campeggiava sulle prima pagine di “Rep” con l’intento di sottolineare le stilettate di Bruxelles contro il Governo Meloni, ecco che il rapporto del MFRR fungerebbe da prova provata delle invettive di Palazzo Chigi contro i giornalisti italiani. Ecco, tra i due report occorrerebbe fare qualche puntualizzazione perché tra “fake” e “imprecisioni” si rischia di accettare una verità “comoda” e mediatamente virale che però potrebbe non corrispondere al vero. Innanzitutto occorre sottolineare come una prima “fake” deriva dal tenore del rapporto Media Freedom Rapid Response: è improprio parlare di un “rapporto Ue” in quanto è sì co-finanziato dall’Unione Europea, ma in partnership con la Federazione Europea dei giornalisti (Efj) che già si era scagliata contro l’Italia “illiberale” dopo il rapporto sullo Stato di Diritto.
In secondo luogo, a costruire il rapporto 2024 del MFRR hanno contribuito diversi giornalisti italiani tutti impiegati in testate storicamente critiche contro il Centrodestra: da La Stampa e Il Fatto Quotidiano, passando dal “Domani” di De Benedetti fino appunto a “La Repubblica”. La libertà di stampa è e deve rimanere sempre legittima, per cui il problema non è che vi siano voci “contrarie” al Governo (anzi, è il sale della democrazia): semmai, il dato è che venga spacciato come “report europeo” un dossier sviluppato da un novero di giornalisti che si concepiscono in opposizione all’esecutivo di Centrodestra; non solo, problematico è poi che gli stessi cronisti firmatari del report Media Freedom scrivano articoli sulle rispettive testate per rilanciare tale report impostandolo come «la bocciatura dell’Europa al Governo Meloni».
STESSO “SCHEMA” CONTRO IL GOVERNO ANCHE SUL REPORT DELLO STATO DI DIRITTO DELLA COMMISSIONE UE: ECCO COSA È SUCCESSO
Il medesimo “schema” visto sul report dedicato al rischio di libertà di stampa in Italia pare essersi svolto con problematiche simili anche per il rapporto della Commissione Europea sullo Stato di Diritto: lo scorso 24 luglio è ancora “Repubblica” ad anticipare i contenuti della “Relazione sullo Stato di Diritto 2024”, spiegando come Bruxelles stava bocciando le riforme del Governo Meloni su Premierato, pacchetto giustizia e gestione della tv pubblica Rai.
In quel caso ad accorgersi della potenziale “fake” era stato un collega de “Il Foglio”, Ermes Antonucci, che si era messo a smontare pezzo per pezzo le tesi di “Rep” sulle presunte bocciature Ue: «Nel documento non si afferma da nessuna parte che lo stato di diritto in Italia è “a rischio”», eppure da titolo e pezzi di “La Repubblica” viene fatto presagire. Non solo, nello stesso rapporto della Commissione Ue non si arriva a dare giudizi perentori contro le riforme del Governo, semmai riportano le critiche mosse dai “portatori di interesse”, nello specifico l’Associazione Nazionale dei Magistrati, la Federazione Nazionale Stampa italiana e alcune ong come Libera ed Emergency: opinioni tutte legittime ma che non possono essere “tradotte” come l’esatto pensiero di Bruxelles in merito. E dunque anche in questo caso, citare il report usandolo come strumento “contro il Governo” è quantomeno discutibile visto che la stessa relazione Ue cita critiche e testate giornalistiche che poi anticipano lo “scoop”.
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LA RISPOSTA DI GIORGIA MELONI CONTRO IL REPORT UE E LE IRE DI “REPUBBLICA”
In ultima analisi, in risposta al report del Media Freedom Rapid Response che parlava di “libertà di stampa a rischio”, la Premier Giorgia Meloni ha risposto nelle scorse ore con una lunga lettera indirizzata a Ursula Von der Leyen smontando ogni passaggio di quella relazione: «il governo europeo riporta accenti critici di alcuni portatori di interesse, diciamo stakeholder», scrive la Presidente del Consiglio mettendo in guardia Bruxelles dal non prendere le critiche contro un Governo come pura «verità colata».
Eppure stamane è ancora il quotidiano “La Repubblica” a scrivere in prima pagina come Von der Leyen sarebbe stata irritata per la lettera inviata da Meloni, parlando di «sconcerto Ue per il metodo corretto usato nel Rapporto sui diritti in Italia». Dalla libertà di stampa allo Stato di Diritto, i report di questi ultimi giorni hanno agitato e ancora agitano la politica quanto il rapporto con i media: pubblicare dossier, inchieste e ricostruzioni in contrasto e con polemica forte contro il Governo è pratica sensata e giornalisticamente corretta; pensare però di forzare alcuni report europei usandoli come strumento di arma politica, ecco non è grande servizio di democrazia e correttezza. Parlare oggi di “liste di proscrizione” contro chi si è semplicemente permesso di far notare la presenza di giornalisti italiani nei report, citati poi da quelli stessi cronisti sulle rispettive testate, ecco forse è tirare un po’ troppo la corda…