Fa parte della task force anti-fake news di Palazzo Chigi e su Repubblica non da oggi scrive di bufale sul web da svelare e sviscerare: trattasi di Riccardo Luna e oggi nella sua consueta rubrica su Rep “Stazione Futuro” non le manda a dire al Governo Conte e all’Inps di Pasquale Tridico. Il nodo riguarda l’incredibile storia legata al presunto “attacco hacker” che ha paralizzato il 1 aprile scorso il portale nelle ore in cui si dovevano presentare le domande per il bonus 600 euro riservato ai lavoratori autonomi: «La bufala più ridicola probabilmente è invece legata al tragico crollo del sito dell’Inps il 1 aprile in occasione del varo dei 600 euro per i lavoratori autonomi. “È stato un attacco hacker!“, era stata la versione difensiva dell’Inps, subito rilanciata dal presidente del Consiglio», sottolinea Luna mettendo semplicemente in fila le notizie per come erano uscite all’epoca. Ebbene, dopo più di due mesi le indagini evidenziate da Servizi Segreti e Polizia Postale in realtà non hanno evidenziato alcun attacco hacker: la falla del portale è stata causata da una configurazione sbagliata dei server che hanno così esposto i dati personali di molti cittadini. Ci si poteva immaginare a quel punto una scusa, qualche dimissioni dei vertici Inps: e invece? «Degli hacker, nessuna traccia; ma in compenso neanche delle dimissioni dei responsabili».
LA FAKE NEWS CONTRO L’ITALIA
Nella sua disamina delle peggiori bufale viste contro l’Italia in questo periodo, Riccardo Luna dopo la topica clamorosa del Governo-Inps segnala un altro punto piuttosto caro a qualche consulente di Palazzo Chigi: «Prendiamo la bufala secondo cui la contagiosità del virus sarebbe stata favorita dalla installazione delle antenne di telecomunicazione di nuova generazione, il 5G. È stato addirittura un famoso consigliere di diversi capi di governo a rilanciare questa tesi in Italia, il 22 marzo, con un tweet eloquente: il suo nome è Gunter Pauli, è un imprenditore belga ed era stato indicato il 5 marzo quale consigliere economico anche del presidente del Consiglio Giuseppe Conte».
La nomina non è mai stata di fatto ufficializzata, ma resta la bufala che continua ancora oggi a generare confusione nel web con diversi cittadini convinti davvero che a causare il Covid-19 sia stata la connessione di quinta generazione. Insomma, sembra avere decisa ragione il Comitato di controllo sui servizi segreti (Copasir) quando dice che in occasione della pandemia, «l’Italia è stata oggetto di una diffusa attività di disinformazione online» eppure sottolinea ancora Luna nell’interessante report enfi-bufale «Ci saranno anche “i siti esteri che diffondono in modo coordinato su numerose piattaforme notizie fuorvianti”». Eppure nella migliore delle ipotesi «noi gli diamo una bella mano. Riconoscerlo, è il primo passo per contrastarle davvero».