CAOS NEI REPUBBLICANI: CIOTTI ESPULSO ALL’UNANIMITÀ, MA REPLICA “RESTO IL PRESIDENTE”
È bastato annunciare l’accordo con Bardella e Le Pen per Eric Ciotti per ritrovarsi nel giro di 24 ore senza più un partito. O forse no. Il terremoto in capo ai Repubblicani è arrivato questo pomeriggio a decretare, all’unanimità, l’espulsione del presidente dei gollisti, colpevole di aver imbastito con il Rassemblement National un accordo in vista delle Elezioni Legislative Francia 2024. L’ufficio politico di Les Républicains, dopo la riunione convocata d’urgenza, ha deciso «all’unanimità» di mettere alla porta Ciotti, con la presidenza ad interim assunta al momento dal vicepresidente François-Xavier Bellamy, con Anne Genevard segretaria generale.
Dopo i disordini e la spaccatura vista già ieri dopo l’accordo LR-RN, Ciotti aveva ordinato la chiusura della sede dei Repubblicani a Parigi, trovando una forte contrapposizione di parte dello stesso personale LR: «Ho preso questa decisione per ragioni di sicurezza dopo i disordini e le minacce di ieri, dovevo garantire l’incolumità del personale», si era difeso Ciotti dall’accusa di voler silenziare il partito per permettere l’accordo con Marine Le Pen. Accusato di tradire le origini di De Gaulle – anche dal Presidente Macron stamattina in conferenza stampa – Ciotti viene sfiduciato ed espulso dal partito, ma la partita (e anche l’accordo con RN) non sembra chiusa vedendo la reazione del leader gollista: «L’incontro organizzato questo pomeriggio si è svolto in flagrante violazione del nostro statuto “Les Repubblicains”. Nessuna delle decisioni prese in questa riunione ha conseguenze legali. Può avere conseguenze penali. Sono e rimango il presidente del nostro partito politico, eletto dai membri!».
La réunion organisée cet après-midi a été mise en œuvre en violation flagrante de nos statuts @lesRepublicains.
Aucune des décisions prises à cette réunion n’emporte de conséquence légale.
Elle peut avoir des conséquences pénales.
Je suis et reste le président de notre… pic.twitter.com/8cSoosTdK3
— Eric Ciotti (@ECiotti) June 12, 2024
ELEZIONI LEGISLATIVE FRANCIA 2024, LA DESTRA PROVA AD UNIRSI CONTRO MACRON: REPUBBLICANI CON RN, LE REAZIONI
È caduto forse uno degli ultimi “tabù” politici della Francia repubblicana: la destra di Marine Le Pen dopo aver trionfato alle Elezioni Europee 2024 punta dritto a conquistare anche il Parlamento francese nelle Legislative convocate da Macron per il 30 giugno e lo farà (forse) con i Repubblicani di Eric Ciotti. Il partito gollista, protagonista nel bipolarismo francese fino agli albori del “terremoto Macron”, da anni vive una lenta transizione di classe dirigente dopo l’esperienza altalenante di Sarkozy. L’indomani però delle schiacciante sconfitta di Emmanuel Macron e Gabriel Attal alle Europee, il leader di “Les Repubblicains” Eric Ciotti ha risposto all’appello per l’unita lanciato da Jordan Bardella, il candidato Premier di Rassemblement National, aprendo clamorosamente all’accordo.
«Abbiamo bisogno di un’alleanza con il Rassemblement National. Deve nascere una forza per opporsi all’impotenza del macronismo e al pericolo della France Insoumise (il gruppo comunista di Melenchon, ndr)», ha detto Ciotti sconvolgendo lo scacchiere politico in Francia. Un’intesa che non sarà semplice e che già sta provocando fratture interne all’area gollista ma che rappresenta certamente un punto di svolta anche non da poco in vista delle Elezioni Legislative convocate da Macron dopo aver sciolto il Parlamento per la sconfitta in Europa: «Rispondendo a questo appello all’unità, Éric Ciotti sceglie gli interessi dei francesi prima di quelli dei nostri partiti. Uniamo le forze per lottare contro il caos migratorio, ripristinare l’autorità e l’ordine e sostenere il potere d’acquisto dei francesi. L’unità fa la Francia», così saluta Bardella l’ok dei Repubblicani ad una coalizione di destra contro “Reinassance-Renew” al voto di fine giugno. Immediata però la reazione di alcuni volti storici e parlamentari di LR che in Assemblea Nazionale minacciano le dimissioni qualora Ciotti non rettificasse il suo annuncio sull’accordo con Marine Le Pen: «Davanti al campo di rovine in cui si e’ trasformato il paesaggio politico francese dopo il voto di domenica, il gruppo di senatori Les Republicains riafferma all’unanimità’ quella che deve essere la linea chiara e responsabile della destra francese: rimanere se stessa mantenendo la sua indipendenza e la sua autonomia nei confronti del campo di Macron e del campo di Le Pen», spiega in una nota la senatrice e vicepresidente repubblicana Sophie Primas.
SCENARI FRANCIA: IL PIANO DI MARINE LE PEN, LE MOSSE DI MACRON “IO NON MI DIMETTO SE PERDO”
Il piano di Marine Le Pen, leader di RN e di Identità e Democrazia in Europa assieme a Matteo Salvini, è preciso e parte da lontano: svecchiare il partito che era legato al padre, puntare sul conservatorismo identitario e abbandonare i toni da “guerriglia di destra” degli scorsi decenni, costruire una lenta ma importante opposizione al due volte rieletto Presidente Emmanuel Macron, pur avendo vinto i primi turni delle ultime due Presidenziali e aprire al volto giovane e carismatico per conquistare la platea anche dei nuovi elettori francesi.
Insomma, il Rassemblement National di Bardella e Le Pen ha intenzioni serie e la vittoria alle Europee è solo un trampolino di lancio verso le Legislative di fine giugno: l’accordo con i Repubblicani è un altro passo della medesima strategia, che fa da parallelo alla chiusura di ogni possibile accordo con la destra di Eriz Zemmour “Reconquete”, nonostante la presenza della nipote di Le Pen, Marion Marechal. E l’Eliseo? In tutto questo la sinistra e l’area centrista si lecca le ferite, con i Socialisti di Glucksmann che accusano Macron di “follia” isolandolo per aver sciolto il Parlamento permettendo Elezioni in cui la maggioranza data degli ultimi sondaggi sarebbe a pieno controllo di Marine Le Pen. «Se perdo non mi dimetto, non sono pazzo», avrebbe detto il Presidente di Renew ai suoi sostenitori davanti alle critiche – in primis il Premier Attal – per lo scioglimento dell’Assemblea National e la chiamata alle Elezioni. Qui vi abbiamo provato a raccontare il potenziale “gioco” in mente per Macron con il progetto di mandare Le Pen al potere per “logorarla” in vista delle Presidenziali 2027: il fatto di non volersi dimettere anche in caso di sconfitta parrebbe una conferma di questa complessa, e spericolata, strategia.