Peggiorano i già complicati rapporti conflittuali interni alla Bosnia-Erzegovina con il premier serbo-bosniaco Milorad Dodik che ha annunciato ufficialmente un imminente referendum per l’indipendenza della sua Republika Srpska (anche nota come Repubblica Serba) dalla repubblica bosniaca. Una questione che affonda le sue radici nel lontano 1992 e che si è riaperta – anche se si potrebbe dire che non si è mai veramente chiusa – nell’ultimo periodo in cui sembra che la convivenza tra la popolazione serba della Republika Srpska e quella croato-musulmana-bognacca non sia più possibile, né a livello civile, né (e tanto meno) a livello politico, con i due gruppi al potere che da mesi non riescono più a collaborare per gestire il complicato governo della Bosnia-Erzegovina.



Prima di arrivare al punto di Dodik è sicuramente utile ricordare che attualmente la repubblica serba – nata nel 1995 con gli storici accordi di Dayton che misero fine alla guerra che aveva imperversato nei tre anni precedenti – è distinta in due differenti entità: da un lato la Republika Srpska di Dodik e dall’altro Federazione croato-musulmana che potremmo identificare come ‘Bosnia’. Due entità e tre popoli, perché alla maggioranza di bosgnacchi musulmani (circa il 50% della popolazione) si accompagnano anche una minoranza di serbi ortodossi (30%) e di croati cattolici (15%).



Il premier della Republika Srpska: “Bosnia-Erzegovina è una comunità fallita”

L’aria di sfida tra Bosnia e Republika Srpska si è accentuata da quando è salito al potere Dodik arrivando al punto in cui la convivenza tra serbi e bosgnacchi è ormai quasi impossibile, specie dopo la risoluzione Onu sul genocidio di Srebrenica. Per questo il premier serbo-bosniaco – intervenuto dopo un incontro a San Pietroburgo con Putin – ritiene che ormai degli accorsi originali di Dayton “è rimasto solo il nome” e visto che a suo dire la Bosna-Erzegovina “è una comunità fallita che non può funzionare” – e fermo restando che “noi in nessun modo vogliamo creare instabilità sul territorio del nostro Paese” – l’idea migliore è quella di ottenere l’indipendenza della Republika Srpska.



La decisione sul referendum per la separazione, continua a spiegare Dodik, è già stata presa, ma prima di arrivare ad “una data concreta” sarà necessario “analizzare bene il tutto. Noi lo vorremmo fare già ora – ha confessato il premier serbo-bosniaco – ma oltre a noi ci sono altre due parti in tale processo, e per questo naturalmente serve tempo”. Una decisione che ha portato qualche giornalista a chiedere delucidazioni sull’ipotetica riunificazione della Republika Srpska con la Serbia dopo la separazione dalla Bosnia, ricevendo come risposta che “sarà una cosa naturale [e] assolutamente giustificata sul piano storico”, ma senza mentire ha ancora sottolineato che “si tratta di un obiettivo delle future generazioni e di decisioni politiche dei due paesi”.