Per comprovare la residenza fiscale ci sono delle nuove regole a cui dover adattarsi. Se prima dei cambiamenti era necessario stare in Italia almeno 180 giorni all’anno e soddisfare una tra le tre condizioni proposte (residenza, iscrizione all’anagrafe o domicilio) oggi non è più così.

Il concetto fa riferimento sia alle persone fisiche che alle imprese, le quali invece devono avere una sede legale nel Bel Paese e devono basarsi sul principio della “gestione ordinaria in via principale” e non più sulla precedente “gestione ordinaria”,



Residenza fiscale nuove regole per l’Italia

La residenza fiscale in Italia prevede delle nuove regole da dover rispettare. É stato eliminato il vecchio principio che considerava fiscalmente in Italia le persone fisiche che permanevano nel nostro Paese almeno 180 giorni (in un anno) e iscritte all’anagrafe della popolazione residente, con residenza o domicilio.



Oggi la formulazione è stata completamente rivista, per poter essere ritenuti fiscalmente in Italia è sufficiente la sola presenza per almeno la metà dei giorni in un anno solare (il calcolo vale anche se i giorni sono discontinui e frazionati).

I giorni vengono conteggiati per “intero” indipendentemente dall’orario in cui si atterra in Italia (altrimenti si considererebbero le sole ore di permanenza).

In Manovra spunta anche la presunzione relativa, che di discosta da quella assoluta. Questo vuol dire che l’Agenzia delle Entrate potrebbe supporre di determinare il domicilio e residenza fiscale anche in presenza di utenze lasciate attive nell’abitazione italiana di un cittadino iscritto all’AIRE.



Cosa cambia per le aziende

Dall’1° gennaio 2024 enti e società che possiedono una sede legale in Italia o godono della nuova gestione ordinaria in via principale o ancora la loro sede di direzione ufficiale è nel nostro Paese si configura come residenza fiscale italiana.

La regola vige per società ed enti il cui esercizio commerciale combacia con l’anno solare.