La respirazione bocca a bocca con la mascherina FFP2 è fattibile? D’istinto verrebbe naturale rispondere negativamente a tale quesito, ma uno studio, eseguito in Repubblica Ceca e i cui risultati sono stati presentati al congresso di Euroanestesia a Milano, dimostra l’esatto contrario. Un lavoro di ricerca che ha mosso i suoi passi proprio da uno dei problemi emersi durante la pandemia di Covid-19: come eseguire una rianimazione cardiopolmonare sicura e priva di rischi di contagio?
Infatti, nella respirazione bocca a bocca colui che presta soccorso preme la propria bocca contro quella del paziente e soffia aria nei suoi polmoni. Questo, tuttavia, lo porta a esporsi all’azione degli agenti patogeni ed è stato proprio questo il motivo per il quale, nelle prime fasi dell’emergenza sanitaria, in molti Paesi ci si limitava a soccorrere i pazienti con le compressioni toraciche o con la ventilazione con maschera a sacco. Non tutti, però, dispongono delle attrezzature necessarie ed è per questo che si è tentato di esplorare una strada secondaria.
RESPIRAZIONE BOCCA A BOCCA: IL RISULTATO SORPRENDENTE CON LE MASCHERINE FFP2
Come riporta il quotidiano “Il Giornale”, il dottor Vaclav Vafek, del Dipartimento di Medicina di Simulazione della Facoltà di Medicina dell’Università Masaryk di Brno, ha studiato la possibilità di praticare la respirazione bocca a bocca indossando una mascherina FFP2, facendola indossare a 104 studenti di Medicina durante l’intero esperimento di rianimazione, della durata di due minuti ed effettuato su tre tipi di manichini diversi: due adulti, manichino BLS adulto e Resusci Anne, e un bambino, Resusci Baby.
Al termine della prova, è stato rilevato che il 90% dei respiri è risultato efficace, in grado pertanto di far gonfiare il torace del manichino. I ricercatori hanno poi “misurato il volume d’aria in uno dei modelli per adulti e in quello per bambini”, giungendo a scoprire che “il volume era ottimale nel 33% dei respiri per quello senior e nel 44% dei respiri per il manichino junior”. Il risultato, dunque, sarebbe da ritenere efficace per oltre il 90% del tempo, capace di conformare l’uso della FFP2 in un addestramento di supporto vitale di base e di alta qualità anche durante una pandemia.