«Meno male che (prima o poi) Pasqua arriva sempre, e aiuta chi partecipa al percorso della Passione ad intravedere una possibilità di Resurrezione»: inizia così il suo “Sguardo Selvatico” in edizione speciale di Pasqua su “La Verità” Claudio Risè, scrittore, autore e psicanalista. Nel giorno della Resurrezione del Signore, l’annuncio della vittoria sulla morte è forse l’unico vero messaggio che possa “scalfire” il terrore, la depressione e l’orrore di oltre un anno di pandemia, lockdown, timori anche solo nello scambiare bricioli di socialità: Risé ha raccontato più volte il rischio enorme di una doppia pandemia, quella sanitaria e quella “psicologica”, aumentata quest’ultima dalle chiusure e da un’emergenza anche mediatica incessante.
«Dopo un anno di “chiusure”, una dopo l’altra, presentate come indispensabili per togliere di mezzo un nemico, che però dopo poco si ripresentava pressoché uguale o ancora più cattivo, obbligandoci a ripeterle dopo pochi mesi sotto minacce di ancora più sicura morte, anche i più resistenti hanno at- traversato momenti difficili», spiega ancora l’autore nella sua rubrica domenicale sul quotidiano “La Verità”. Ma davanti al baratro della pandemia, è un annuncio – anzi una persona – che sola può ridare speranza con ancora più libertà, scalfendo la “prigione del morbo“: «Gesù non si è lasciato rinchiudere dalla morte, né da un pesante masso: è semplicemente uscito». È andato via da quel sepolcro, ha annunciato la sconfitta della morte e la vittoria eterna della vita, la Sua vita, che ogni singola persona può abbracciare nell’incontro con la Chiesa Sua Sposa.
IL SEPOLCRO DELLA MALATTIA
«La pedagogia della Resurrezione invece, e di tutto il cristianesimo, è un insegna- mento della virtù del coraggio», sottolinea ancora Claudio Risé; la Resurrezione del Cristo «libera sui legami distruttivi della paura della morte», aggiunge con riferimento al periodo che stiamo vivendo, «paura assurdamente alimentata dalla rozzezza culturale e scientifica della campagna sanitaria». Secondo lo psicanalista, i Dpcm del Governo Conte hanno mancato in pieno qualsiasi obiettivo e intervento pedagogico-educativo creando così «ulteriori gravi problemi sia nei giovani che negli adulti. È noto e documentato da ricerche nazionali e internazionali che nel periodo sono fortemente aumentate, dando luogo a molte morti premature, le micidiali malattie non trasmissibili (che non si è neppure potuto curare dato che gran parte della sanità era impegnata nell’epidemia Covid)».
Per l’attento professore, siamo ormai impregnati e inseriti nella “società delle vittime” come preconizzava Simone Weil fin nel pieno Novecento: «non diffonde gioia, ma moltiplica i conflitti e raggela i rapporti, minando la coesione sociale. La Lgbt è una delle grandi fabbriche dei “diritti”, attuali». Una ‘dittatura’ dei diritti individuali che ha reso l’umanità più risentita ed egoista, conclude Risé: «Per fortuna c’è Pasqua, e Gesù è il Signore. Risorto».