Dopo il via libera di Tim al memorandum di intesa sulla rete unica, è arrivato quello di Cassa depositi e prestiti alla lettera di intenti per la creazione della società della rete unica nazionale. Il progetto punta alla nascita di AccessCo che verrà costituita mediante la fusione di FiberCop, società comprensiva della rete di accesso di Tim, e Open Fiber, società di cui Cdp detiene il 50%. La partecipazione nella società della rete unica toccherà alla controllata Cdp Equity. Ma nel pomeriggio di oggi c’è stata un’altra svolta: il cda di Tim, oltre ad esprimere soddisfazione per la recente firma di un protocollo d’intesa con Tiscali, ha approvato anche l’accordo con Kkr Infrastructure e Fastweb per la costituzione di FiberCop, la newco in cui verranno conferite la rete secondaria di Tim e la rete in fibra sviluppata da FlashFiber, la joint venture partecipata da Tim e Fastweb. (agg. di Silvana Palazzo)
RETE UNICA TLC, PATUANELLI “SVOLTA STORICA PER ITALIA”
Via libera del cda di Tim alla creazione di una rete unica della banda ultralarga in Italia. Secondo quanto riportato da Repubblica, è stato unanime l’ok del board dell’ex monopolista al memorandum con Cassa depositi e prestiti (Cdp) e alla creazione di FiberCop. A sua volta, il consiglio della Cdp ha approvato la lettera di intenti con Tim, che di conseguenza ha dato l’avvio all’intesa con il fondo americano Kkr e Fastweb per la creazione di FiberCop. «È un passaggio storico e molto importante per il Paese che va affrontato con serietà, nell’interesse collettivo e nella massima sicurezza», il commento del ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli su Facebook. «La distribuzione capillare della banda ultralarga vuol dire sviluppo industriale. La priorità è quella di garantire una rete unica nazionale per raggiungere il più velocemente possibile questo obiettivo», ha scritto nel post. (agg. di Silvana Palazzo)
RETE UNICA TLC, OGGI VIA LIBERA CDA TIM E CDP
È atteso oggi il via libera al memorandum tra Tim e Cassa depositi e prestiti per la rete unica, progetto con cui si vuole dotare l’Italia di un’unica infrastruttura di connettività a banda larga. Insieme alla lettera di intenti con Cdp, l’ex monopolista delle Tlc avvierà l’intesa col fondo americano Kkr e con Fastweb per la creazione di FiberCop. Questo il primo nucleo della società che poi si trasformerà in AccessCo, la società della rete unica. Per il momento la rete secondaria di Telecom, cioè quella che dagli armadi in strada arriva a casa col filo in rame, confluirà in FiberCop, poi si estenderà anche alla rete in fibra di OpenFiber e alle dorsali di Tim. Quindi, inizialmente ci saranno alle spalle di Tim il fondo Kkr con il 37,5% per un investimento di 1,8 miliardi e Fastweb con il 4,5% dopo il conferimento del suo 20% di Flash Fiber. Oggi la lettera di intenti per dar via ad AccessCo, ma tra fusioni, integrazioni e autorizzazioni, secondo Repubblica, le reti non saranno integrate e collegate fisicamente prima del 2022. La speranza è che si riesca a velocizzare questo processo, magari grazie ai fondi del Recovery Fund. Il governo, infatti, vuole raccogliere 6 miliardi di risorse dal Recovery Fund per spingere la digitalizzazione del Paese e quindi accelerare gli investimenti.
RETE UNICA, CODACONS INTERPELLA GOVERNO E ANTITRUST
L’iter per la rete unica si profila lungo e non mancano gli ostacoli. Il primo è il via libera Antitrust. Secondo Franco Bernabè, ex amministratore delegato di Tim e oggi presidente di Cellnex, «è una soluzione ardita per la quale si intende chiedere una valutazione preventiva ad Autorità che si sono già espresse contro i sistemi verticalmente integrati», ha dichiarato a Repubblica. Intanto il Codacons esprime le sue perplessità, soprattutto in relazione all’ingresso del fondo Kkr. Secondo l’associazione dei consumatori, la strada scelta per la creazione della rete unica «sembra tutelare soprattutto gli interessi strategici statunitensi, vista la preoccupazione, sempre più forte a livello globale, rispetto all’interesse cinese verso la realizzazione e gestione delle reti di telecomunicazioni europee, ma non sembra rispondere a esigenze nazionali». Trattandosi di un settore strategico per l’Italia, il Codacons si interroga sulla necessità di «tutelare interessi di un altro Paese nell’ottica di costruire un mercato competitivo, trasparente e neutrale», quindi intende rivolgersi a Governo e Antitrust.