La crisi di Governo è servita ma non per questo le Elezioni anticipate potrebbero arrivare tra capo e collo per gli elettori italiani: la tensione tra tutti i gruppi parlamentari dopo lo strappo di Matteo Salvini contro Conte e il M5s è palpabile e palese, con le tempistiche della crisi che ancora dovranno essere concordate e votate dal Parlamento (domani il voto al Senato dopo la “guerra” in Conferenza Capigruppo). Le ipotesi in campo sono molteplici ma riflettono due macro-insiemi generali: o elezioni immediate a fine ottobre, come proposto da Lega-FdI-FI, oppure un Governo di transizione (per votare taglio parlamentari, mettere in sicurezza la Manovra ed evitare la capitalizzazione dei consensi di Salvini dato ormai al 40%). Tra i vari retroscena che affollano i quotidiani in queste ore, uno su tutti riflette una divisione assai ben dettagliata e verosimile del palcoscenico che la politica si appresta a presentare al Paese. «Quattro carte da giocare sul Colle più alto. Quattro ipotesi di governo: uno solo per portare il Paese alle urne, altre tre proposte con obiettivi diversi», scrive oggi sulla Stampa Claudia Fusani, esperta giornalista parlamentare. La prima ipotesi riguarda la transizione verso le urne immediate per “evitare” che però sia Salvini a gestire da Ministro dell’Interno e candidato premier la macchina elettorale: si parla di Valerio Onida o Giovanni Maria Flick come possibili Premier “costituzionalisti” scelti da Mattarella. In alternativa, Conte “bis” o Giovanni Tria in sella per poter intanto scrivere la Manovra e poi portare il Paese alle urne.
LE 4 IPOTESI “ANTI” ELEZIONI (E ANTI SALVINI)
Nel secondo caso La Stampa avanza la possibilità di un Governo “no Tax”, ovvero di tregua che possa restare in carica fino a febbraio-marzo per poter scrivere la Manovra di Bilancio evitando lo spetto dell’aumento dell’Iva. In questo caso sarebbe Carlo Cottarelli il candidato n.1, già Premier incaricato poco prima della nascita del Governo Lega-M5s nel maggio 2018. La terza ipotesi riguarda quanto proposto sostanzialmente da Renzi nelle scorse ore per Pd, M5s e fuoriusciti Forza Italia: un «Governo istituzionale» votato da tutti gli anti-Salvini e anti-sovranisti per «fermare i barbari». In questo caso l’agenda sarebbe assai più lunga e le Elezioni sarebbero spostate di diversi mesi: taglio parlamentari, Manovra, referendum conseguente al taglio dei deputati/senatori e correzione della Legge elettorale verso un proporzionale puro per limitare le potenzialità di Salvini. I nomi per questo esecutivo variano dalla Casellati a Roberto Fico, passando per la fedelissima di Mattarella Marta Cartabia, vicepresidente della Corte Costituzionale. Da ultimo, il possibile Governo tecnico scelto dal Capo dello Stato – sempre secondo la Fusani su La Stampa – sarebbe il cosiddetto “Governissimo” che propone un accordo politico tra partiti anti-Lega che rimarrebbe in carica fino al 2022 per poter votare il successore di Mattarella al Quirinale. Un azzardo che potrebbe portare la Lega ad un consenso ancora più ampio ma che vede un incaricato di tutto rispetto che risponde al nome di Mario Draghi, a quel punto ex Bce dopo il “turn over” con Christine Lagarde previsto per il prossimo novembre.