In merito al nostro articolo del 27 marzo 2018,  a firma Paolo Vites, in cui si parlava della morte in sala operatoria del sig. Giulio De Cicco durante una operazione di estrazione della vescica, riceviamo la richiesta di scuse e la netta distinzione tra l’operato degli anestesisti e quello dei chirurghi e la richiesta di rettifica, da parte di uno degli anestesisti presenti quel giorno in sala operatoria. In particolare il nostro redattore scriveva una frase (“Si spera nella radiazione dall’ordine dei medici”) da cui ci dissociamo in toto, che giustamente ha suscitato disappunto nell’anestesista. Pubblichiamo a titolo di rettifica le sue parole scusandoci ancora con lui, con il personale medico presente in sala e con i lettori:



“Signor Vites, Le comunico che il sottoscritto era uno degli Anestesisti impegnati quel giorno in sala operatoria. La informo che sono stato assolto in due gradi di giudizio (in appello, le parti civili sono state condannate al pagamento delle spese processuali e legali). Le scrivo perché : IL SUO AUGURIO affinché  l’ordine dei medici provvedesse ad una nostra radiazione si è rilevato inutile oltre che una clamorosa mancanza di alcun senso critico e professionalità  da parte di chi si considera un giornalista ma che in realtà si dimostra un giustiziere delle cause perse.  Il suo ruolo di giornalista era quello di riportare i fatti e non giudizi incauti e lesivi . Quando muore un paziente è un dramma anche per i medici coinvolti e non mi riferisco al solo aspetto giudiziario ma, soprattutto umano”.

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