In merito all’articolo “Da Scalfari all’Espresso, quando il potere diventa un boomerang”, pubblicato su queste pagine lo scorso 16 settembre, ci è giunta richiesta di rettifica di cui riportiamo il testo.
Egregio Direttore,
scrivo la presente in nome e per conto del Colonnello Alessandro de Lorenzo, unico figlio del Generale Giovanni de Lorenzo.
In un articolo del 16 settembre 2019 a firma di Stefano Bressani dal titolo “Da Scalfari all’Espresso, quando il potere diventa un boomerang” sono riportate affermazioni assolutamente false e gravemente lesive dell’onore e della reputazione del Gen. de Lorenzo.
Il dott. Bressani sostiene che “ il vero “tentativo di golpe d’agosto”, in Italia, andò in scena nel 1964: quando il presidente della Repubblica Antonio Segni fu colpito da ictus dopo un drammatico colloquio al Quirinale con il premier Aldo Moro (alla guida del primo esecutivo di centro-sinistra) e il leader socialdemocratico Giuseppe Saragat, che dopo pochi mesi sarebbe asceso alla presidenza (primo non democristiano).”.
E ancora che: “Attorno ai palazzi romani presero a “tintinnare le sciabole” (le truppe corazzate dai carabinieri, agli ordini del generale Giovanni de Lorenzo, furono trattenute nella capitale per settimane dopo la parata del 2 giugno). La “reazione”, tuttavia – non riuscì e l’Italia – anche in seguito – non conobbe mai dure involuzioni come quella greca. La storia del “Piano Solo” – il golpe fallito dell’estate 1964 – fu raccontata solo tre anni dopo: dall’Espresso diretto da Scalfari. Contro cui la “Fodria” si scatenò al punto tale che il giornalista fu costretto a candidarsi nelle liste del Psi alle politiche del 1968 per beneficiare dell’immunità parlamentare.”
Ebbene sorprende la totale disinformazione del dott. Bressani atteso che è stato accertato dalla Magistratura e da Commissioni Parlamentari d’Inchiesta che nessun fallito golpe è stato posto in essere nell’estate 1964, come risulta dai seguenti importanti documenti:
1) La sentenza del Tribunale di Roma del 1 marzo 1968 depositata il 5 settembre 1968 che nel condannare per diffamazione i giornalisti dell’Espresso Scalfari e Jannuzzi concluse che “non una delle affermazioni contenute negli articoli ha mai avuto concreto fondamento di verità”;
2) La Commissione Parlamentare d’Inchiesta istituita con Legge n. 93 del 1969 sugli eventi del giugno -luglio 1964 concluse escludendo che si fosse verificato un tentativo di Golpe né che siano state predisposte misure minacciose intese a forzare la volontà politica;
3) L’On. Pietro Nenni nei suoi Diari scrisse in data 1 giugno 1967 scrisse “A mia conoscenza non ci furono minacce di Colpo di Stato e non si fece in alcun modo pesare su di noi tale minaccia”;
4) La Commissione Stragi presieduta dall’on. Gualtieri concluse nel senso che “dall’esame degli atti raccolti durante le indagini” ritiene di poter escludere che le predisposizioni e le iniziative assunte nella primavera – estate 1964 avessero il fine e l’attitudine dell’effettuazione di un “Colpo di Stato”.
5) L’On. Giovanni Pellegrino, anch’egli Presidente della Commissione Stragi dopo l’on Gualtieri, a seguito di un approfondito studio delle vicende nel convegno “La guerra fredda ed il Caso de Lorenzo” tenutosi a Roma in data 12 giugno 2003 asserì “non ci fu alcun tentativo di Colpo di Stato” che “il Piano Solo era solo abbozzato” “non ci fu nemmeno un inizio di attivazione di quella pianificazione che rimase sulla carta” … “questa pianificazione non fu mai nemmeno completata ed al figliolo del Generale de Lorenzo ho espresso questa mia idea con uno scambio di lettere cortesi che abbiamo avuto” … “ci fu un enfatizzazione giornalistica del caso, non c’è dubbio”. Segnalo che l’on. Pellegrino ha ribadito tale posizione in una recentissima intervista andata in onda in data 29 giugno 2018 su RAI STORIA all’interno della trasmissione “Estate 1964 – Diario di una crisi”.
Tantomeno è vero che la XII brigata meccanizzata fu trattenuta a Roma dopo la parata del 2 giugno 1964.
Alla luce di quanto sopra, sono pertanto a chiedere l’immediata rettifica delle diffamatorie affermazioni del dott. Bressani.
È fatto salvo il diritto del colonnello de Lorenzo di richiedere il risarcimento del danno per le suddette affermazioni, gravemente diffamatorie oltre che false e lesive dell’immagine, dell’onore e della reputazione del di lui padre Generale Giovanni de Lorenzo, definito proprio da Moro grande servitore dello Stato e commemorato alla Camera dei Deputati dal Presidente Pertini pochi giorni dopo la sua morte.
Rimanendo in attesa di un immediato riscontro, porgo distinti saluti.
Avv. Francesca de Lorenzo Foscolo
Prendiamo atto della lettera della dottoressa de Lorenzo, ne comprendiamo le ragioni e ci rammarichiamo se il contesto giornalistico dell’articolo ha fatto sì che risultasse urtata la memoria del padre del suo assistito. Ci permettiamo di far notare che le vicende dell’estate 1964 e degli anni successivi sono state oggetto di una pubblicistica sterminata – giornalistica e non – e restano dibattute: come ha confermato di recente la monografia “Il Piano Solo” di Mimmo Franzinelli (Mondadori 2010). (Stefano Bressani)