Gli stessi russi sono «carne da macello» per Vladimir Putin. A fare il punto della situazione sulla guerra in Ucraina è Oleksij Reznikov, ministro della Difesa ucraino che al Welt parla anche della controffensiva e del luogo più conteso del fronte, Bachmut. «Grazie alle forniture dall’Occidente, abbiamo già una discreta capacità di artiglieria. Lo chiamiamo “zoo di artiglieria” perché i sistemi provengono da diversi Paesi. Ecco perché i russi hanno usato una tattica diversa nel Donbass. Hanno scelto una sezione ristretta della linea del fronte su cui concentrare i loro sforzi». Il riferimento è all’uso da parte della Russia del gruppo Wagner, «mercenari ben addestrati e pagati, ulteriormente rafforzati da criminali assoldati». Proprio loro sono usati come carne da macello, perché «avanzano anche senza gilet antiproiettile, molti muoiono, ma i successivi seguono a pochi metri di distanza». Alcuni esperti militari sostengono che forse non valga neppure la pena difendere Bachmut, ma per Reznikov non è così: «La città e le colline adiacenti sono un’area difendibile. Se ci ritirassimo lì, dovremmo difenderci altrove, dove il terreno non è più così favorevole».



Il ministro ucraino resta ottimista per quanto riguarda il futuro: «Siamo vicini a completare l’addestramento delle truppe per l’offensiva. In secondo luogo, i nostri alleati stanno deliberatamente sostenendo l’idea di una controffensiva non solo a livello politico, ma anche a livello militare. I generali degli eserciti della Nato conoscono i nostri piani e ne considerano fattibile l’attuazione. È stata formata una coalizione di carri armati». Nell’intervista Oleksij Reznikov evidenzia anche «la creatività delle forze armate ucraine», grazie a cui possono usare armi sovietiche e occidentali. Inoltre, conoscono le tattiche della Russia e cambiano costantemente le loro. «A mio parere, lanceremo diversi attacchi, ma sia la direzione che l’intensità e la tempistica saranno determinate dallo Stato Maggiore. Ora, in primavera, il terreno è ammorbidito, le ruote non riescono a passare. Pertanto, bisogna aspettare».



GUERRA UCRAINA RUSSIA, CONTROFFENSIVA E AIUTI OCCIDENTE

Nel frattempo, l’Ucraina accumula le scorte necessarie per la controffensiva, senza smettere di chiedere ai soldati di usare le munizioni con parsimonia, visto che in guerra «non c’è mai abbastanza di tutto». Intanto, gli alleati aumentano la loro capacità produttiva per aiutare Kiev, anche se servirebbero consegne più rapide secondo Oleksij Reznikov. «In Europa stiamo assistendo a cambiamenti politici tettonici in termini di unità della NATO e dell’UE. La coalizione di carri armati e artiglieria esiste già. E sono convinto che nascerà anche una coalizione per i jet da combattimento». Il ministro della Difesa ucraino al Welt ha ricordato l’importanza degli aerei: possono abbattere missili da crociera e droni della Russia, senza dimenticare i combattimenti diretti con altri velivoli. Quindi, è una questione di sicurezza per la popolazione e le infrastrutture critiche. Pur essendo grati per l’arrivo di MiG-29, l’Ucraina chiede aerei più evoluti: «Abbiamo bisogno di aerei che vedano a più di 200 chilometri e attacchino a più di 150 chilometri. Che si tratti di un F-16, di un Gripen o di qualcos’altro, ci va bene qualsiasi cosa».



Sicuramente irrealistico è lo scenario di un congelamento della guerra in Ucraina: in primis perché l’esercito ucraino non era moderno, inoltre l’Europa agiva per non provocare la Russia. «Oggi parlo con i ministri di altri Paesi e anche loro vogliono la nostra vittoria. E se ora ci sedessimo a parlare con il nemico, lo considererebbero un tradimento. I colloqui sono possibili solo a condizione che le truppe russe vengano ritirate dall’Ucraina, e allora potremo parlare di quali garanzie verranno date, di come verranno pagati i risarcimenti, di quando restituiranno alla Russia i nostri figli che sono stati profondamente rapiti». A tal proposito, Reznikov esclude che l’Occidente possa mettere pressione all’Ucraina se alla fine la stanchezza della guerra si farà sentire: «Persino un Paese come l’Italia, che prima sembrava incline a “capire” la Russia, vuole aiutare l’Ucraina con ogni mezzo! In Europa è avvenuto un cambiamento fondamentale».