Gianni Rezza, prima a capo del reparto di Malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità e la Prevenzione del ministero alla Salute, oggi professore straordinario di Igiene all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, sulle pagine del Corriere della Sera parla della situazione attuale tra Covid e influenza in Italia. “Il primo anno ‘post-pandemico’ è ormai alle nostre spalle ma il Covid-19 è rimasto tra noi, anche se – come si dice di chi ha perso la forza dirompente della gioventù – non è più quello di una volta. In parte ciò accade perché la variante Omicron, nelle due molteplici versioni, ha una minore aggressività rispetto al virus originale di Wuhan, in parte perché la stragrande maggioranza della popolazione è stata più volte vaccinata o esposta al virus tramite infezione naturale, risultato quindi parzialmente protetta”.
Secondo l’esperto, dunque, nonostante ci siano ondate più o meno potenti, “l’impatto clinico complessivo rimane limitato. Naturalmente è lecito domandarsi se l’incubo è ormai passato o se, piuttosto, data la sua enorme capacità di mutare, il virus potrà di nuovo ripresentarsi in forma aggressiva”. Un’eventualità che non si può escludere perché i virus mutano, però “è poco probabile da un punto di vista evoluzionistico”.
Rezza: “Nessuna sorpresa dal 2024 sul fronte Covid”
A detta di Gianni Rezza, professore straordinario di Igiene all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, “non è un caso che la selezione darwiniana abbia favorito una variante più contagiosa ma meno virulenta, causa di mal di gola piuttosto che di polmoniti, che non costringe i malati a starsene a casa. Ciò favorisce la circolazione virale e non scontenta troppo noi: vivere più o meno in pace con gli esseri umani non è l’aspirazione principale di tutti i patogeni, ma a volte può comportare dei vantaggi ad alcuni virus che si trasmettono per via respiratoria” ironizza.
Secondo l’esperto “il 2024 non dovrebbe riservarci troppe sorprese sul fronte del Covid-19. Non dobbiamo però sottovalutare il fatto che convivere non solo con l’influenza ma anche con il Covid-19 comporterà un aumento del carico di malattie respiratorie nel periodo invernale. Proprio in questo periodo festivo stiamo assistendo a un’inusuale impennata di febbri ‘influenzali’ dovute a diversi virus respiratori”. Dunque, sebbene non ci siano particolari motivi di allarme, sarà bene, a detta di Rezza, “utilizzare gli strumenti che ormai tutti conosciamo per proteggere i più fragili ed evitare la congestione delle strutture sanitarie”.