Dopo Silvio Brusaferro, anche Giovanni Rezza lancia un avvertimento sulla riapertura delle scuole: il rientro è legato all’andamento dell’epidemia Covid. «Molto dipenderà dalle dinamiche epidemiche negli specifici territori», ha dichiarato il direttore della prevenzione del Ministero della Salute, intervenendo al Forum Risk Management di Arezzo. «Se dicessimo sin da ora che in tutta in Italia non c’è nessun problema, diremmo una cosa che andrebbe verificata». Il professor Rezza ha precisato di non avere posizioni pregiudiziali, ma anche che deve valutare le dinamiche giorno dopo giorno.



Ciò perché «rimettere in moto contemporaneamente molto attività può essere rischioso». Pertanto, Rezza ritiene che si debba procedere «a piccoli passi e permettersi determinate riaperture dove è possibile, valutando caso per caso». Ma si è espresso anche sul vaccino, aggiungendo che «per ora non è previsto l’inserimento dei bambini nella campagna vaccinale». I motivi sono diversi: «Non mi risultano ci siano sperimentazioni su bambini. Inoltre sono meno suscettibili al Sars-Cov-2 e più raramente hanno sintomi e malattia gravi».



REZZA: “NIENTE VACCINO A BAMBINI, PRIORITÀ AD ANZIANI”

Il professor Giovanni Rezza ha spiegato che i bambini sono esclusi dalla campagna vaccinale anche perché «non sono stati identificati come popolazione che sostiene la trasmissione dell’infezione nella comunità». Quindi, si comincerà simbolicamente il 27 dicembre, poi è previsto l’arrivo scaglionato di un numero sempre maggiore di dosi del vaccino anti Covid. A tal proposito, il direttore della prevenzione del Ministero della Salute ha chiarito: «Ci sarà una finestra di tempo, un periodo entro il quale il numero di dosi disponibili sarà limitato e questo ha determinato la necessità di fare scelte e prioritizzare alcune categorie di popolazione».



La strategia è di sfruttare subito l’effetto diretto della vaccinazione, quindi la protezione delle persone che rischiano una malattia grave, e di rendere Covid free alcuni ambienti, come ospedali e Rsa. «Si renderà necessario dunque vaccinare gli operatori sanitari e i residenti nelle strutture Rsa, che sono state particolarmente colpite nella prima fase epidemia». Si procederà quindi con gli anziani. L’obiettivo finale è raggiungere l’immunità di gregge, per la quale «occorrerà vaccinare il 60-70% della popolazione».