Decisamente interessante la ricerca presentata quest’oggi dall’Iss, l’Istituto Superiore di Sanità, in merito agli anticorpi sviluppati da chi ha contratto il covid. Ebbene, stando a quanto spiegato dal numero uno dell’istituto, Giovanni Rezza, chi ha avuto il coronavirus ha sviluppato tanti anticorpi al punto che potrebbe essersi immunizzato al virus. Nel dettaglio i ricercatori hanno scoperto la persistenza di anticorpi che bloccano la proteina “spike” del virus Sars-Cov-2, il nome tecnico del covid. La ricerca ha preso in considerazione un campione di circa 7.000 persone provenienti da cinque diversi comuni del Trentino e che erano state particolarmente esposte alla prima ondata di coronavirus. “Le persone che hanno avuto il Covid – le parole di Rezza, che ha presentato la ricerca in videoconferenza, alla presenza del governatore trentino Maurizio Fugatti – sviluppano anticorpi in grande quantità e questi anticorpi li proteggono a lungo nel tempo da un nuovo contagio”.
REZZA: “PIU’ ANTICORPI DEL PREVISTO E ANCHE A DISTANZA DI TEMPO”
Rezza ha proseguito: “Abbiamo trovato più anticorpi del previsto e a distanza anche di molto tempo. Questo è un dato che ancora non possiamo affermare ma i risultati sono incoraggianti anche per il vaccino in arrivo che, come annunciato, avrà un’efficacia superiore al 90%”. Rezza ha poi parlato anche della divisione dell’Italia in zone, questione che ha creato non poche polemiche nelle ultime settimane, e a riguardo il numero dell’Iss ha spiegato: “I territori – le sue parole rispondendo ad una precisa domanda del presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti – rimasti in zona gialla sono stati individuati sulla base di una serie di indicatori relativi sia alla diffusione del virus, sia in relazione alla risposta ai contagi. Chi si trova in zona gialla è perché ha avuto maggiore resilienza e vi è stata una buona risposta del sistema sanitario”. Rezza ha spiegato che si tratta di “un processo dinamico”, e che la situazione è continua evoluzione in relazione ovviamente all’andamento della curva epidemiologica.