Astrazeneca ha ritirato il vaccino perché non aggiornato. Secondo Rezza, professore d’Igiene all’Università San Raffaele, questo non è dovuto agli effetti collaterali. Sul Corriere della Sera, l’esperto spiega: “Da metà del 2021 in Italia quei vaccini non si usano più. Quindi è un intervento poco significativo dal punto di vista pratico. Nulla cambia sul piano della sicurezza”. Chi ha ricevuto dosi, in passato, del vaccino Astrazeneca, non deve temere: “Non c’è ragione di preoccuparsi. Eventuali reazioni avverse subentrano al massimo entro due, tre settimane dalla somministrazione. Non c’è prova di effetti tardivi”. Dunque, a distanza di anni, non ci saranno problemi per chi non ha avuto effetti collaterali subito.



Il medico, che ha lavorato per l’Istituto superiore di sanità guidando anche la Prevenzione del Ministero della Salute, spiega che la revoca è legata soltanto a motivi commerciali e non al fatto che non vi sia sicurezza dei vaccini in sé. “Le dosi non avevano più mercato, non erano state aggiornate ed erano disponibili alternative più efficaci”. Già in passato Astrazeneca era stato bloccato: il 18 giugno del 2021 una circolare del Ministero fermava proprio la somministrazione di Astrazeneca. Come spiega Rezza “i limitava la possibilità di utilizzarlo solo a chi, sotto i 60 anni, aveva ricevuto la prima dose di AstraZeneca e voleva completare il ciclo, dietro sua richiesta, con lo stesso prodotto senza passare a composti diversi, delle aziende Pfizer e Moderna, basati sulla tecnologia dell’Rna messaggero”.



Rezza: “Vaccinazioni? Abbiamo fatto del nostro meglio”

Giovanni Rezza è stato direttore generale della Prevenzione sanitaria del Ministero della Salute nel corso della pandemia, prendendo decisioni che hanno di fatti deciso della vita di milioni di persone. Al Corriere della Sera, il professore di Igiene spiega: “Abbiamo fatto del nostro meglio, attenendoci alle indicazioni degli enti regolatori internazionali e nazionali. Le nostre raccomandazioni non erano svincolate da quanto suggerivano le agenzie sulla base delle nuove evidenze scientifiche“.

Parlando delle reazioni avverse di Astrazeneca, invece, il docente replica: “Purtroppo solo con una vaccinazione di massa si potevano scoprire reazioni avverse che durante la sperimentazione su alcune decine di migliaia di volontari non vennero segnalate. Già ad aprile comunque avevamo raccomandato questo vaccino in via preferenziale sopra i 60″. Quando gli chiedono se sia stato un fallimento, Rezza risponde “non del tutto”. Si è trattato, infatti, di uno degli strumenti per rispondere alla pandemia, fronteggiando i suoi effetti avversi.