Il rialzo dei casi Covid suona come un campanello d’allarme. E inevitabilmente torna il timore che possano ricomparire le restrizioni che hanno imperversato durante il periodo di massima emergenza sanitaria. Del resto anche i media nelle ultime settimane stanno contribuendo ad alimentare un clima del terrorismo. Ma che rischio effettivo ci sarebbe di un ritorno al passato? Sul tema è intervenuto Francesco Vaia, direttore generale della Prevenzione del ministero, intervistato a La Verità.
Alla luce della recente circolare del Ministero della Salute che impone alle strutture sanitarie l’obbligo di effettuare i tamponi ai pazienti che vi accedono e ripristina l’obbligo delle mascherine, Vaia ha voluto comunque rassicurare affermando che spesso i numeri e le percentuali rese pubbliche sono fuorvianti e che allo stato attuale non siamo in una fase critica, tanto che anche pronto soccorso e reparti ospedalieri non possono dirsi saturi. Il professore infatti ha dato anche dati al riguardo: siamo a poco più del 10% dei posti letto occupati in area medica e circa il 2,7 di quelli delle terapie intensive.
COVID: GLI OBBLIGHI NON FUNZIONANO
Il Prof. Vaia ha anche espresso la sua diffidenza nei confronti degli obblighi che erano stati messi in atto durante la pandemia. Ad oggi non è previsto nessun obbligo di isolamento né imposizioni sulla vaccinazione, e al riguardo l’esperto ha dichiarato: ”nel lungo periodo si è rivelato controproducente, come emerge dalla diffusa «stanchezza vaccinale» tra i cittadini. Per questo oggi abbiamo fatto un’altra scelta, che è la scelta della responsabilità. Abbiamo detto con chiarezza chi oggi dobbiamo proteggere, perché il soggetto che rischia la malattia seria la rischia con il Covid come con l’influenza, come peraltro con qualsiasi virus o batterio respiratorio.” Insomma la linea adottata è quella del buon senso.
Francesco Vaia ha poi fatto anche una sorta di identikit della persona fragile, più facilmente a rischio sia con un qualsiasi virus influenzale sia col Covid: “È la persona molto anziana, la persona che ha altre comorbidità, che ha patologie croniche e cronico-degenerative, la persona che ha un rischio effettivo perché oncologica, perché immunodepressa. Per questa persona è opportuno utilizzare gli strumenti che abbiamo oggi, che sono più innovativi. Il Covid è stato una sorta di spartiacque tra l’oscurantismo e l’innovazione, che è stata prevalentemente un’innovazione farmacologica.” Quindi sì alle vaccinazioni ma solo per scelta, con una raccomandazione più forte per i soggetti più fragili.