Nessun allarme terapie intensive: i posti in rianimazione ci sono. A lanciarlo era stato Repubblica, parlando di difficoltà organizzative per nuovi posti letto. Camillo Rossi, direttore sanitario degli Spedali Civili di Brescia, ai nostri microfoni ha smentito l’emergenza. Una ulteriore conferma arriva dal Ministero della Salute che, come riportato dal Corriere della Sera, ha fatto sapere che a livello nazionale è stato programmato un incremento di posti di 3.553 rispetto ai 5.179 di partenza. A questi si aggiungono altri 4.225 di terapia semintensiva, la metà dei quali sono riconvertibili per pazienti critici. Il maxi piano non è completato, ma il 38% dei letti programmati è stato già attivato, quindi gli italiani hanno a disposizione 6.529 letti di rianimazione. Siamo lontani dal traguardo di 8.372, ma entro la fine del mese si dovrebbero aprire i cantieri, visto che il commissario per l’emergenza Domenico Arcuri ha lanciato la gara che si chiuderà oggi alle 14. In tutta Italia sono 420 i pazienti gravi, molti meno degli oltre 1.300 casi che la Lombardia da sola ha dovuto curare in alcuni giorni di marzo, quindi la situazione è sotto controllo.



RIANIMAZIONI E TERAPIE INTENSIVE: MAPPA REGIONI

Altems, Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari dell’Università Cattolica, nell’ultimo report ha calcolato quanto spazio c’è e il Corriere della Sera ha fatto lo stesso conto con i dati di ieri. A livello nazionale la saturazione è del 7,4%. Difficile invece scattare una fotografia regionale. Tra i dati peggiori però c’è quello della Valle d’Aosta con il 30% di saturazione, tenendo conto dei letti pre-emergenza. A seguire la Campania con il 18,2 per cento. Al terzo posto la Sardegna col 16% dei letti occupati, al quarto la Liguria con il 14,4% che è sempre meglio dell’81% del passato. La Lombardia è scesa dal 122% al 5,6%, il Piemonte è al 7,3 per cento, mentre il Veneto al 4,9. Ci sono anche zone a zero, come Molise, Basilicata e provincia autonoma di Trento. L’incremento dei posti è fondamentale anche per non bloccare il resto dell’attività sanitaria. Ma bisogna accelerare. Antonello Giarratano, vicepresidente di Siiarti (Società Italiana di Anestesia, Analgesia, Rianimazione e Terapia Intensiva) sull’ampliamento dei posti in rianimazione ha dichiarato: “Siamo in ritardo. Abbiamo fatto un’estate da cicala”.

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