Ci sono garanzie per la riapertura della scuola il 7 gennaio? È quello che si chiedono studenti, genitori, ma pure i governatori. Questa è, infatti, la domanda che avrebbe posto Luca Zaia, presidente della Regione Veneto, nel corso della riunione tra governo e Regioni sulla scuola. Sulla stessa lunghezza d’onda Fulvio Bonavitacola, vice di Vincenzo De Luca in Campania, e altri governatori. A rivelare il retroscena è Agi, secondo cui preoccupa il numero dei contagi. Da qui i dubbi sull’effettiva possibilità di riaprire le scuole a gennaio. Governo e Regioni però vogliono lavorare a delle soluzioni, delle linee guida da condividere. I governatori, ad esempio, vogliono ricominciare con non più del 50% in presenza, anche se qualcuno ha proposto il 75%. L’idea del governo è di prepararsi per poi valutare in corsa la situazione ed eventualmente rivedere i piani. Prudente la ministra Luciana Lamorgese, secondo cui bisogna risolvere ogni nodo prima del via libera. Lucia Azzolina, invece, spinge, mentre Francesco Boccia e Roberto Speranza lavorano al dossier tenendo conto dei dati epidemiologici e delle criticità.
Paola De Micheli ha fornito rassicurazioni in merito alle risorse sui trasporti. Mentre si valuta l’allungamento della didattica fino a fine giugno, si pensa anche ad un percorso ad hoc per il tracciamento delle Asl, di orari differenziati e di eventuali turni pomeridiani. L’obiettivo è arrivare ad un documento condiviso. «Oggi è stata una riunione di coordinamento», il commento di Francesco Boccia. «Occorre muoversi guardando a due parametri imprescindibili: la sicurezza sanitaria ed il quadro epidemiologico da un lato, la sostenibilità del trasporto pubblico locale dall’altro», ha dichiarato invece Stefano Bonaccini. Il presidente della Regione Emilia-Romagna, nonché della Conferenza Stato-Regioni, ha chiarito che si vogliono evitare stop and go: «L’importante sarebbe partire e non avere il timore di richiudere». (agg. di Silvana Palazzo)
RIAPERTURA SCUOLA, RIUNIONE GOVERNO-REGIONI
Dopo aver emanato il decreto con le nuove norme anti Covid per il Natale, il governo si è messo al lavoro su un altro tema delicato, quello della scuola. È infatti in corso una riunione che è stata convocata dal ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia con le Regioni. L’obiettivo è coordinarsi sulla riapertura delle scuole dal 7 gennaio 2021. In collegamento ci sono anche i ministri dell’Istruzione Lucia Azzolina, dei Trasporti Paola De Micheli, della Salute Roberto Speranza e dell’Interno Luciana Lamorgese.
A proposito della scuola, il premier Giuseppe Conte si è detto fiducioso circa la ripresa della scuola in presenza da gennaio. Sollecitato ieri in conferenza stampa sull’eventuale rischio di incentivare una risalita dei contagi con la riapertura delle scuole, Conte ha spiegato che nel corso del Cdm di ieri c’è stata una pausa durante la quale Azzolina, Boccia e De Micheli lo hanno informato del fatto che i tavoli presso i prefetti stanno funzionando bene.
CONTE SU RIAPERTURA SCUOLA “NON È FOCOLAIO”
«Questo ci dà maggiore fiducia per la ripresa in presenza a gennaio», ha dichiarato il presidente del Consiglio nella conferenza stampa di ieri. L’obiettivo del governo, ha chiarito il premier, è quello di creare una «sinergia tra il sistema dei trasporti con la differenziazione degli orari». Consapevole che non sia facile trovare il giusto equilibrio, Giuseppe Conte ha assicurato che tutte le istituzioni sono state coinvolte con il coordinamento delle prefetture. Per quanto riguarda, invece, la sicurezza delle scuole, il premier ha assicurato che non sono dei focolai.
«Rimaniamo convinti, alla luce dei dati acquisiti, che la scuola non sia focolaio. Tutto quello che è attorno va però trattato con cura», tenendo conto che ci sono centri più piccoli che hanno esigenze «completamente diverse». Milano comunque si è già mossa: il sindaco Beppe Sala ha deciso di far slittare l’apertura dei negozi alle 10:15 e di scaglionare gli ingressi a scuola introducendo due orari, 8 e 9:30.